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  • martedì 29 aprile 2025

Taglio alle pensioni, sconfessato il Premier Conte, il prelievo e vicino ai 1000 euro

Con il blocco della perequazione delle pensioni, stabilito nella Legge di Bilancio, continua la persecuzione nei confronti dei pensionati italiani in atto dal 2011.


 


A seguito di quest’ultimo provvedimento - e considerate le conseguenze delle misure passate nel periodo dal 2011 al 2019 - gli effetti sull’assegno pensionistico dei pensionati saranno ingenti. Infatti, nel caso di un pensionato con una pensione di poco superiore alle 3 volte il minimo, 1.568 € nel 2019, il mancato adeguamento ha comportato una perdita permanente pari a circa 960 € annui.


 


Inoltre, il blocco produrrà risparmi per lo Stato pari a 3,6 miliardi di euro per i prossimi 3 anni, che diverranno 17,3 miliardi nel prossimo decennio. Somme ben lontane dai “pochi spiccioli” a cui fece riferimento il Presidente Conte quando paragonò i pensionati all’avaro di Molière.  


 


Ecco, comunque, l’analisi della Uil, che fa luce, sulla quantità del prelievo ‘forzoso’: L’ultima legge di bilancio ha introdotto un nuovo taglio della perequazione rispetto all’inflazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo (1.522 euro lordi al mese), per il triennio 2019-2021, riconoscendo una rivalutazione piena solo per gli assegni fino a tre volte il minimo, a scalare per quelli superiori (da un aumento pari al 97% dell’inflazione per gli assegni tra 3 e 4 volte il minimo, al 40% per quelli oltre le 9 volte). Prima di questo, i blocchi dal 2011 in poi.

    Così nel caso di un pensionato che ha un trattamento di poco superiore al primo step, di 1.568 euro lordi mensili, nel corso degli otto anni, il mancato adeguamento ha comportato una perdita pari a circa 960 euro lordi annui, secondo lo studio della Uil. Perdita che sale a 1.490 euro lordi annui, per chi ha un assegno di circa 1.960 euro lordi mensili (tra 4 e 5 volte il minimo). Fasce in cui rientra la maggioranza dei pensionati. La differenza sul cedolino aumenta con l’aumentare degli importi, fino ad arrivare ai 7.190 euro lordi annui per chi ha un assegno pari a 4.560 euro lordi mensili (oltre 9 volte il minimo).


 
Di qui la richiesta sostenuta dai sindacati: "Si deve porre fine a questo prelievo forzoso a discapito di milioni di pensionati. Per la Uil è necessario ripristinare la piena indicizzazione delle pensioni e recuperare il montante perso in questi anni", spiega Proietti, rimarcando che per questo "abbiamo avviato delle iniziative su tutto il territorio nazionale che culmineranno nella grande manifestazione" di sabato primo giugno a Roma. Manifestazione indetta unitariamente dai sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil con lo slogan "Dateci retta". Proprio a giugno scatterà il conguaglio. Il taglio della rivalutazione è stato infatti applicato a partire da aprile.

    L’Inps recupererà la differenza relativa ai tre mesi precedenti, da gennaio a marzo, con un’unica trattenuta. A giugno partirà anche il taglio sulle pensioni d’oro, anch’esso previsto dalla legge di bilancio, per i trattamenti pensionistici superiori ai 100 mila euro annui e per cinque anni. In questo caso il conguaglio sarà in tre tranche (a giugno, luglio e agosto).


 


 


 

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