INPS condannato dal Tribunale di Livorno al risarcimento pensionistico in favore della vedova di un dipendente della Solvay di Rosignano deceduto per mesotelioma
INPS condannato dal Tribunale di Livorno al risarcimento pensionistico in favore della vedova di un dipendente della Solvay di Rosignano deceduto per mesotelioma
Il giudice Federica Manfré del Tribunale di Livorno ha accertato e dichiarato il diritto della Sig.ra A.F., quale vedova di B.U.A., alla riliquidazione della pensione di reversibilità in godimento sulla base della rivalutazione della posizione contributiva del de cuius, secondo il coefficiente 1,5 di cui alla normativa dell’art. 13, comma 7 della Legge 257/92 per il periodo dal 2/10/1961 al 16/02/1992.
Si tratta di un risarcimento previdenziale, richiesto dall’Avv. Ezio Bonanni poiché l’INPS si rifiutava di accreditare i contributi amianto che comportano l’aumento dei ratei pensionistici anche in favore della vedova. A fronte di questo rifiuto, dopo il percorso amministrativo, l’Avv. Ezio Bonanni e l’ONA, coordinata a Rosignano dal Sig. Massimo Posarelli e dalla Sig.ra Antonella Franchi, hanno attivato la procedura giudiziaria. Nel corso di questa procedura, l’INPS ha tentato di opporsi, e, a questo punto, è stata necessaria la condanna emessa dal Tribunale.
“È necessario che i lavoratori Solvay continuino a chiedere l’aumento pensionistico, e in caso contrario, si possono rivolgere allo sportello ONA, e chiedere l’assistenza legale per procedere con la domanda amministrativa e poi con quella giudiziaria. È necessario, però, che anche il Comune di Rosignano avvii le necessarie azioni di rischio amianto e altri cancerogeni”. Così dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, legale della vedova del lavoratore deceduto per mesotelioma e presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
La vittima ha lavorato in esposizione ad amianto e altri cancerogeni, presso gli stabilimenti Solvay Chimica Italia S.p.A., di Rosignano. Sono numerosi i casi degli ex dipendenti della Solvay che hanno contratto una delle patologie asbesto correlate, tra queste ricordiamo mesotelioma, cancro polmonare e asbestosi.
Come riportato nella sentenza: il deceduto è stato esposto alle polveri di amianto per tutto il periodo di lavoro in quanto tale sostanza era presente, oltre che nel processo produttivo, nella coibentazione di tutti i reparti dello stabilimento, coibentazione che era via via smantellata e ricostruita in loco, con inevitabile aerodispersione delle fibre del materiale ignifugo di cui erano composte. Al fronte di tali allegazioni, non specificamente contestate dall’INPS, e supportate dalle risultanze istruttorie di altri procedimenti civili e penali che hanno riguardato altri dipendenti di Solvay Chimica Italia S.p.A., può ritenersi provato che il deceduto, in ragione delle mansioni espletate e delle condizioni ambientali in cui si è trovato ad operare, è stato esposto ad amianto.
La situazione di rischio negli impianti Solvay è stata più volte sottolineata dal Presidente ONA, l’avv. Ezio Bonanni che così dichiara:
“In Toscana è operativo il centro di eccellenza di sorveglianza sanitaria istituto presso l’U.O. di medicina del lavoro del Policlinico Le Scotte di Siena, diretto dal Prof. Pietro Sartorelli, attraverso il quale è fornita la migliore assistenza medica, ed è il punto di riferimento anche dei medici volontari dell’ONA, capitanati dal Dott. Arturo Cianciosi, e dal Dott. Claudio Marabotti, peraltro autore di uno studio epidemiologico e assertore dell’esigenza primaria, che costituisce l’asse portate del programma operativo dell’associazione in Toscana.”
L’ONA fornisce il servizio di assistenza anche con lo sportello amianto on-line, e attraverso il numero verde 800 034 294.
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