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  • lunedì 30 dicembre 2024

Bruciati nel 2020 oltre 170 miliardi di Pil

E’ quanto emerge da una rielaborazione delle stime programmatiche fatte dal Governo che prevede un crollo del prodotto pari al 9%, che potrebbe, però, arrivare al -10,5%


L’annus horribilis della pandemia del Covid ha bruciato oltre 170 miliardi di pil, cifre da record che evocano la teoria del Cigno nero, l’evento imprevisto dalle conseguenze devastanti. E’ quanto emerge rielaborando le stime programmatiche del governo che prevede per il 2020 un crollo del prodotto del 9%. La pandemia si è abbattuta su un paese con problemi di produttività decennali, fino ad un anno fa in bilico tra uno scenario di mini-ripresa o di stagnazione, che invece è stato travolto dalla recessione. E confrontando in valori assoluti il pil del 2019 e quello del 2020 emerge come la perdita di prodotto in termini assoluti superi i 170 miliardi. In termini percentuali il governo punta a confermare la stima del -9% di crescita per quest’anno ma non bisogna dimenticare che, in caso di scenario peggiore con difficoltà a domare la recrudescenza della terza ondata del coronavirus, la previsione potrebbe andare giù fino a -10,5%. Per il 2021 il governo prevede un rimbalzo del 6 per poi rallentare al +3,8% nel 2022. Stime più ottimistiche quelle del governo rispetto agli altri previsori internazionali, tra questi la Commissione europea che in autunno ha stimato un calo della crescita del -9,9%. Più pessimistica anche la ripresa prefigurata da Bruxelles per il 2021: l’incremento del pil si limiterà infatti al 4,1% mentre nel 2022 sarà del 2,8%.  Nubi nere anche nella zona euro dove il pil si contrarrà del 7,8% quest’anno, prima di tornare a correre a +4,2% nel 2021 e +3% nel 2022, mentre la crescita dell’Ue a 27 segnerà -7,4% quest’anno per riprendere il prossimo anno con +4,1% e +3% nel 2022, secondo la Commissione europea. Lo tsunami del Covid ha messo infatti in ginocchio l’export ma soprattutto i consumi: l’Italia nell’anno in corso perderà oltre 116 miliardi di consumi, secondo Confcommercio. A livello procapite, la caduta della spesa sul territorio nel 2020 ammonterebbe a 1.900 euro a testa, riportandone il livello alla metà degli anni ’90.


 

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