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  • domenica 4 maggio 2025

Roma in campo, ma a passo lento, contro l’emergenza climatica

L’Assemblea Capitolina ha impegnato, anche se a passo lento ma con voto unanime di 40 consiglieri, la sindaca di Roma Capitale e la sua Giunta a “dichiarare lo Stato di emergenza climatica e ambientale per la città di Roma nonché a farsi portavoce presso il Governo e il Parlamento italiano perché mettano al centro della politica nazionale tutte le azioni possibili al fine di contrastare l’emergenza climatica e ambientale”. 


Un testo complesso di 9 pagine, quello della mozione approvata, frutto di un serrato negoziato tra le ragazze e i ragazzi di Fridays for future e maggioranza e opposizione capitoline perché il documento, frutto dell’approfondimento condotto dai ragazzi in 4 tavoli di lavoro tematici, non venisse annacquato o reso meno stringente di quanto proposto nella prima versione presentata in aula la scorsa settimana, e slittato proprio a seguito di questi braccio di ferro. 


Dopo la votazione la sindaca Raggi e la sua Giunta ricevono dall’Assemblea l’impegno “a contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi e fissare un obiettivo di riduzione delle emissioni nette di gas climalteranti non inferiore al 40% entro il 2030, e con tutti gli sforzi per arrivare al 50%”. Roma dovrà considerare “la lotta al cambiamento climatico e la transizione a un’economia sostenibile come priorità assoluta nei prossimi dieci anni”, promuovendo “incontri e dibattiti di formazione e sensibilizzazione”, una “riconversione industriale” sul territorio della Capitale ma anche “istituire un Osservatorio permanente aperto alla società civile e al mondo della ricerca”. 


Attenzioni puntate sul ciclo dei rifiuti, ponendo come primario l’obiettivo della riduzione migliorando differenziata e stimolando processi di economia circolare. Rispetto all’acqua s chiede di ridurre l’attuale dispersione della rete del 20%, raggiungendo almeno il 10% (oggi le perdite sono al 30% circa, ndr.) entro fine consiliatura. Si impegna Raggi a farsi portavoce presso Regione e Governo della massima urgenza da attribuire a infrastrutture e mobilità sostenibile, a partire da trasporto pubblico e ciclabili per la Capitale, con il raggiungimento della parità tra servizio programmato e effettuato. 


Tra le misure concrete si punta modificare il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) di Roma, per rendere obbligatorie nelle mense prodotti del territorio non provenienti da allevamenti e monocolture intensive, ma anche per indicarvi un obiettivo preciso di riqualificazione energetica di edifici pubblici e privati al meno del 10% annuo. Stop agli oggetti monouso, in particolare di plastica, a partire dall’amministrazione stessa e tutela delle aree verdi con incremento degli addetti, piantumazione di piante assorbi-Co2, noltiplicazione degli orti urbani e bando di fertilizzanti, pesticidi e diserbanti non biologico. 


 

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