Manca la convenzione con Roma Capitale: Bimbi fuori dai nidi privati. Rischio caos da lunedì

A Roma da lunedì prossimo migliaia di bambini che ogni giorno, da settembre, frequentano gli asili nido privati con un posto comunale potrebbero dover rimanere a casa a tempo indeterminato.
Rischia così di deflagrare la disputa tra i gestori delle strutture e il Comune: il Campidoglio infatti, a quasi 2 mesi dalla partenza del nuovo anno educativo, ancora non ha siglato il contratto (la convenzione) con i nidi privati convenzionati. È come se lavorassero “in nero”. Sono circa 190 strutture, diffuse in tutta la città, che ogni anno ospitano circa un terzo dei bambini tra 0 e 3 anni (quest’anno circa 5mila) che frequentano i nidi nella Capitale: un servizio essenziale non solo per le famiglie, ma anche per il Campidoglio, che di fatto solo con le proprie strutture non potrebbe coprire la domanda.
“Non bastasse quanto abbiamo passato dal lockdown per il Covid, con rette non pagate e molte strutture che hanno dovuto chiudere, ora sono mesi che, riguardo ai posti comunali 2020-2021”, la cui retta è rimborsata ai nidi privati in gran parte o in toto dall’amministrazione pubblica, “il Comune di Roma non ci ha ancora sottoposto, dopo mesi, il contratto di convenzione”, ovvero ancora niente pagamenti, spiega all’agenzia Askanews Cristina Ragaini, presidente dell’associazione Onda gialla, la più rappresentativa dei nidi e spazi be.bi. convenzionati con Roma Capitale: “Stiamo raschiando il fondo del barile, non ci resta che ridurre il servizio per limitare le spese e contenere i costi”.
Di qui la protesta, che sta diventando una necessità: rimandare a casa da lunedì prossimo i bambini iscritti con un posto comunale, se nel frattempo il Campidoglio non dovesse sbloccare la situazione, con il rischio concreto di un grave disservizio alle famiglie che dovrebbero barcamenarsi per trovare un’altra soluzione per la gestione dei figli.
“Ogni anno firmiamo il contratto tra agosto e gli inizi di settembre, ma ad ora non abbiamo avuto notizie: forse il Comune sta prendendo tempo per capire se ci sarà un nuovo lockdown, così da non doverci pagare nulla”, sostiene Ragaini.
Di fatto, spiega l’associazione, non avere la convenzione significa non essere coperti da nessuna tutela in caso di una nuova serrata causa Covid: prima dell’estate, quando da un giorno all’altro i nidi chiusero, il Comune esonerò le famiglie dalle rette proprio in virtù del contratto in essere, che ora ancora manca.
Ma c’è di più. Senza convenzione i privati non possono fatturare (manca il codice di gara Anac): “Non solo non possiamo incassare i soldi spesi per lavorare a settembre e ottobre, e ancora molti aspettano giugno e luglio, ma siccome il Comune paga a 60 giorni dalla fattura, rischiamo di superare la chiusura dell’anno fiscale della Ragioneria comunale a inizio dicembre, vedendo slittare i nostri accrediti a gennaio. Non ce la facciamo: a breve non avremo più soldi per pagare affitti e stipendi delle educatrici”.
“I nidi privati convenzionati di Roma vogliono rimanere aperti, ma non possiamo fornire un servizio senza risorse economiche: chiediamo al Comune di fornire immediatamente il codice di gara, sottoporrci il contratto di convenzione e corrispondere i pagamenti del pregresso. La sindaca Raggi batta un colpo”, conclude la presidente di Onda gialla.
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