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  • domenica 4 maggio 2025

L’attore Kevin Spacey torna sul palco e cerca il rilancio da Roma

L’attore americano Kevin Spacey torna su un palco e recita delle poesie. Il fatto è avvenuto a Roma, al Museo Nazionale Romano, così come testimonia Gabriele Tinti, l’autore del libro ‘Pugilatore a riposo’, “uno dei più importanti capolavori arrivati sino a noi dall’antichità”. 


In una nota si aggiunge: “La collaborazione è il frutto del culto delle immagini di Tinti che ha composto una serie di poesie ispirandosi alla statuaria antica come Il pugile a riposo, Il Galata suicida, il Giovane vittorioso (Atleta di Fano), il Fauno Barberini, Il Discobolo, I marmi del Partenone, l’Ercole Farnese e molti altri ancora, collaborando, negli anni, con alcuni attori (tra i quali Joe Mantegna, Robert Davi, Burt Young, Franco Nero, Marton Csokas e molti altri ancora) e alcuni dei maggiori Musei al mondo (come sono il Metropolitan Museum di New York, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il British Museum di Londra, il Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo e di Palazzo Altemps, la Gliptoteca di Monaco, i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis e il Museo Archeologico di Napoli)”. 


Tinti spiega com’è nata la collaborazione con Kevin Spacey: “L’ho contattato facendo parlare il mio lavoro, presentandogli il progetto. Ha subito apprezzato il coraggio e la particolarità della mia proposta. L’idea di dare voce alla statuaria antica, di donare nuova vita alle spoglie, ai frammenti, a quel che resta del nostro passato, ha incontrato la sua sensibilità e profonda passione per l’arte. La sua generosità e disponibilità nel voler far accadere la lettura ha reso tutto il resto semplice. Ha messo nella collaborazione una intensità di partecipazione da me inaspettata, a testimonianza del grande artista che è. Non c’è dubbio infatti che egli sia uno dei più grandi attori viventi. Per me è stato un onore abbia accettato di leggere i miei versi; essere riuscito ad affidarli proprio a lui e poterli così sentire risuonare nella sua voce è stato un privilegio”. 


Tinti parla della sua poesia ispirata alla scultura: “Di fronte al Pugile non ho potuto far altro che cantare tutta la fragilità, la solitudine, il peso d’una vita drammatica. Rappresentato dall’artista nell’atto di volgere il capo nel mentre qualcosa di speciale sta accadendo (Kairós), il pugile è seduto, fortemente segnato da ferite profonde e da un copioso sanguinamento su tutto il lato destro del corpo. Non sappiamo con certezza che cosa significhi quel volgersi del capo: è forse l’ascolto del verdetto del giudice? O una nuova chiamata al combattimento? È uno sguardo alla folla incitante? O forse una muta interrogazione a Zeus alla ricerca di una qualche risposta? Le numerose controversie scaturite nel tentativo di spiegare quel gesto ha fondato tutto il mistero e la poesia, tutta la seduzione, dell’opera”. 


Spacey – si ricorda – nel corso della sua carriera ha vinto per due volte il Premio Oscar, nel 1996 come miglior attore non protagonista per I soliti sospetti e nel 2000 come miglior attore protagonista per American Beauty, performance che gli ha fruttato anche il Premio BAFTA e lo Screen Actors Guild. Dal 2013 al 2017 ha interpretato il ruolo di Frank Underwood, il protagonista dell’acclamata serie televisiva House of Cards – Gli intrighi del potere, grazie al quale ha vinto un Golden Globe, due Screen Actors Guild Award e ha ottenuto varie nomination al Premio Emmy.


 

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