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  • mercoledì 30 aprile 2025

Sea Watch 3, indagata la comandante Carola


La capitana della Sea Watch3, Carola Rackete, è stata iscritta nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per rifiuto di obbedienza a nave da guerra, secondo quanto previsto dal Codice della navigazione. L’iscrizione nel registro degli indagati, da parte della Procura di Agrigento, è stata fatta dopo l’acquisizione dell’annotazione della Guardia di Finanza. Intanto sul caso da registrare anche l’intervento del Premier Conte: "Non posso anticipare nulla ma posso dire che ci sono tre o quattro Paesi disponibili alla redistribuzione dei migranti della Sea Watch". Così il premier, Giuseppe Conte, dopo la prima sessione dei lavori del G20 in corso ad Osaka. "Abbiamo molte occasioni per scambiare opinioni, anche con il presidente americano Trump. Con il premier olandese Rutte ho manifestato l’invito da parte dell’Italia di avviare iniziative. Lui non si sente responsabile (...). Stiamo completando le operazioni sulla redistribuzione, ha detto Conte. ED ancora Salvini, che chiede garanzie per lo sbarco: "Il no allo sbarco e la linea dura del governo italiano e del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, iniziano a dare i primi frutti. Alcuni Paesi europei stanno confermando la disponibilità ad accogliere rapidamente gli immigrati della SeaWatch. Prima di sbloccare la situazione, però, si attendono garanzie su numeri, tempi e modi". Così fonti del Viminale. "Chiunque abbia infranto la legge dovrà pagarne le conseguenze -rimarcano- Rimane vergognoso il silenzio delle autorità olandesi".  Poi le parole del parlamentare del Pd e capogruppo di quel partito, Delrio che è a bordo della nave Ong: "La situazione è insostenibile. Stanotte c’è stata l’evacuazione urgente di una persona che è stata male, e di suo fratello. Ora i migranti rimasti vedono che si può sbarcare solo se si sta male. Ciò provoca tentativi di autolesionismo". Bisogna "porre fine a una crudeltà inutile". E poi "insieme, come Paese, si combatte per i ricollocamenti". E poi, finalmente, ci sarebbe l’elenco degli Stati pronti ad accogliere i migranti: Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e altri Stati sono disponibili ad accogliere i migranti che si trovano a bordo della nave Sea Watch, bloccata a Lampedusa. Lo hanno fatto sapere fonti della Farnesina, che sottolineano il lavoro svolto, su istruzioni del ministro degli Esteri, Moavero, in stretta collaborazione con la Commissione europea. Immediatamente dopo la disponibilità di alcuni Paesi europei è arrivato il monito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, che ha scritto al comandante generale della Guardia costiera, Ammiraglio Giovanni Pettorino per verificare se è confermata la presenza di quattro minorenni non accompagnati a bordo della Sea Watch 3, ormeggiata in acque territoriali a Lampedusa. In caso affermativo, ha ricordato l’Autorità garante, va applicato quanto previsto dall’3 della legge 47/2017, il quale stabilisce che: “In nessun caso può disporsi il respingimento alla frontiera di minori stranieri non accompagnati”. Ciò implica anche un’adeguata accoglienza, vale a dire vanno garantiti i diritti delle persone di minore età attraverso lo sbarco e le procedure previste dall’art. 5 della legge 47/2017 (identificazione, ascolto, nomina del tutore, ricongiungimento, affidamento e inclusione). La nota è stata inviata per conoscenza anche al Capo Dipartimento libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’interno, Prefetto Michele di Bari. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, coglie l’occasione poi per ricordare che i Garanti dell’infanzia e dell’adolescenza della rete europea dell’Enoc (European Network for Ombudspersons for Children) hanno formulato lo scorso 21 aprile una dichiarazione indirizzata autorità nazionali a proposito di minorenni migranti in mare (https://enoc.eu/?p=2390). Il documento, in sintesi, chiede che bambini e ragazzi migranti non siano lasciati in mare aperto e in acque territoriali in attesa di uno sbarco sicuro. Si tratta, secondo Enoc, di un comportamento non conforme al principio di solidarietà, umanità e protezione delle persone di minore età. L’Autorità italiana ha avuto una parte attiva nell’elaborazione del documento. 


 

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