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  • mercoledì 30 aprile 2025

Referendum, vince il sì. Alle Regionali il grande sconfitto è Salvini

Netta vittoria del sì al referendum. Quando mancano poco meno di cinquemila sezioni sulle oltre sessantamila totali, il sì supera il 69% con un il no fermo poco sopra il 30%. La riduzione del numero dei parlamentari entrerà quindi in vigore.Quanto alle amministrative si profila invece un pareggio. Vittoria netta del centrodestra in Veneto, Liguria e Marche, regione storicamente di centrosinistra dove è in vantaggio il candidato di Fratelli d’Italia Acquaroli. Per il centrosinistra, nette vittorie in Campania, Toscana e Puglia. Si tratta di una vittoria da attribuire a Nicola Zingaretti e Giorgia Meloni, mentre l’unico sconfitto, a leggere i numeri usciti dalle urne è Matteo Salvini, che già si era lanciato come candidato unico delle destre a Palazzo Chigi. La Lega, al netto di quanto è accaduto in Veneto, dove però ha trionfato Zaia con la sua Civica, deve accontentarsi di una stentata tenuta, che probabilmente avrà dei contraccolpi significativi nel breve periodo. Tutto, però, si riflette sul Governo.


Il rimpasto, oggi, non lo chiede nessuno, ma la tenuta in Toscana e Puglia e la conferma, attesa, della Campania, rafforzano il Pd e Zingaretti. In questa situazione il Nazareno potrebbe spingere per qualche aggiustamento nella squadra, anche se i vertici Dem sono consapevoli del fatto che qualsiasi intervento potrebbe rompere un fragile equilibrio. “Non ricado – ha detto oggi il leader democratico, rispondendo a una domanda – nel tranello dei rimpasti sui nomi, incalzeremo il governo per la priorità assoluta, l’ultima chance che ha l’Italia: spendere, e bene, in maniera credibile, centinaia di miliardi di euro che fino a poco tempo fa ce li sognavamo”. Anche cercando di imporre la propria linea su temi divisivi, a partire dal Mes.


Ma se il Pd, da stasera, punta a conquistare il ruolo di guida dell’esecutivo, più che ai propri risultati lo deve alla debolezza degli alleati. A soffrire è sicuramente Italia viva, che al primo test elettorale ha avuto numeri tutt’altro che esaltanti. Ma in difficoltà è soprattutto il M5s, relegato nelle retrovie in tutte le regioni in cui si è votato. Una condizione che può far deflagrare definitivamente lo scontro interno al Movimento, con la resa dei conti che dovrà arrivare agli Stati generali.


 


 

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