Omicidio Vannini, parla Viola:"Ciontoli ci disse di stare tranquilli"

Omicidio Vannini, parla Viola:"Ciontoli ci disse di stare tranquilli"
“Antonio Ciontoli ci disse di stare tranquilli che era solo un grande spavento, per lui si trattava di un colpo d’aria partito dalla pistola. Insomma per Antonio, Marco stava avendo solo una crisi d’ansia”. Così ha detto Viola Giorgini, già fidanzata di Federico Ciontoli. La giovane è stata ascoltata come testimone nel processo d’appello bis per la morte di Marco Vannini, avvenuta la notte tra il 17 e il 18 maggio del 2015 mentre si trovava a casa della sua fidanzata Martina a Ladispoli.
Nel processo è sotto accusa l’intera famiglia Ciontoli. Si è ancora davanti ai giudici di seconda istanza dopo che la Cassazione ha annullato la precedente sentenza d’appello e indicato che bisogna riconoscere l’omicidio volontario con dolo eventuale. “Ricordo che eravamo in stanza di Federico – ha detto la ragazza – e ho sentito un tonfo, un rumore come se fosse caduto qualcosa di pesante. Ci siamo avvicinati al bagno, ma la porta era socchiusa. Dentro c’era il padre di Federico e Martina. Antonio Ciontoli ci disse di non preoccuparci e ci siamo fidati di lui, abbiamo creduto ciecamente alla sua versione. Federico entrò in bagno e uscì portando via la pistola, per metterla in sicurezza. Io rimasi senza parole”.
Rispetto a quanto avvenuto quella sera Viola ha spiegato di “essersi resa conto della ferita che aveva Marco solo dopo, solo quando Marco fu portato al piano di sotto. Allora notai delle gocce di sangue. A quel punto abbiamo cercato di convincere Antonio a chiamare il 118, la situazione infatti non migliorava”. E ancora: “ricordo che dello sparo appurai solo quando Marco fu portato al Posto di primo intervento di Ladispoli. Ricordo che già lì Ciontoli parlava del rischio di perdere il lavoro se questa storia fosse uscita fuori”.
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