Omicidio del vicebrigadiere Cerciello Rega, piena confessione dei due americani. Nella stanza d’albergo abiti sporchi di sangue e un grosso coltello

Hanno confessato i due americani fermati per l’omicidio del vicebrigadiere dei Carabinieri, Mario Cerciello Rega. Contro Lee Elder Finnegan, che sarebbe l’autore materiale del delitto e il complice Natale Hjorth, prove schiacciati, nella standa dell’albergo dove alloggiavano sono stati trovati un coltello, nascosto dietro un pannello del controsoffitto della stanza che, probabilmente, è l’arma con cui è stato ucciso il militare, ed abiti sporchi di sangue. Per i due è scattato, immmediato il provvedimento di fermo con l’accusa di omicidio aggravato in concorso e tentata estorsione. L’autore materiale del delitto, Lee Elder Finnegan, identificato anche ai suoi capelli mesciati, viene da una facoltosa famiglia, ed insieme all’altro complice si sarebbe recato nel quartiere Trastevere, per acquistare cocaina, il pusher, però avrebbe rifilato ai due della semplice aspirina triturata. Da qui la reazione ed il furto dello zainetto all’uomo e la fuga. Dopo, i due americani, che avevano anche il cellulare dello spacciatore, sono stati contattati e di qui la richiesta per la restituzione dello zaino: 100 euro ed alcune dosi di cocaina. Poi il pusher che accetto lo scambio e avverte anche i carabinieri e l’epilogo. Questa versione dei fatti dovrà essere oggetto di ulteriori approfondimenti, soprattutto nella parte che riguarda l spacciatore. Perché un malvivente avrebbe dovuto contattare i carabinieri e denunciare il furto del suo zaino?
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