La sindaca Raggi presenta mostra 100 volti donne di Roma
“Grata all’Istituto Treccani per aver fortemente voluto quest’opera” la sindaca Raggi, tra le protagoniste della mostra ha spiegato che “anche lo lavoro, sono madre e mi organizzo come molte delle donne ritratte in questo volume e che hanno un’occupazione, una famiglia – ha spiegato la sindaca di Roma -. Donne che sono impegnate nelle istituzioni, nelle imprese, nell’artigianato, nello sport, nello spettacolo, nella cultura, nel giornalismo, nel sociale, nella moda, nell’arte, nel volontariato e lottano quotidianamente. Le donne hanno sempre dovuto lavorare doppiamente, diceva Rita Levi Montalcini, che fu anche Presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana. Anche rischiare la propria vita, come I Premio Nobel per la Pace Malala Yousafzai, oggi giovane donna che fin da bambina ha lottato per afformare diritto all’istruzione. Il mio pensiero – ha sottolineato Raggi – è quindi rivolto alle ragazze, alle giovani donne, che visitano la mostra ad ingresso gratuito, quindi aperta a tutti.
Queste immagini e i valori dei racconti, illustrati attraverso le fotografie in questo progetto, rappresentano la speranza che le nuove generazioni potranno presto raccogliere i frutti dell’impegno di tanto donne, e uomini, che hanno lavorato, spesso in silenzio e lontano dai riflettori, per il futuro della nostra Capitale”.
Accanto alla Sindaca di Roma, alla Presidente del Senato della Repubblica, si fanno largo le immagini di rifugiate, rom, vittime di violenze, senzatetto, detenute studentesse, giomaliste, artiste, chef, tassiste, guide turistiche, postine, parrucchiere poliziotte, impiegate, politiche.
Un’opera, come ha sottolineato Raggi fortemente voluta da Massimo Bray: “L’Istituto della Enciclopedia Italiana – ha detto il suo direttore ha tra gli obiettivi primari, fin dalla fondazione, quello di contribuire alla documentazione alla comunicazione della contemporaneità; attraverso quest’opera intende Incentivare, servendosi di un linguaggio fotografico fortemente suggestivo e di una lettura deliberatamente connotata al femminile, la consapevolezza del legame indissolubile che sussiste tra lo spazio urbano la comunità che lo crea, lo abita e lo attraversa; uno spazio collettivo del quale riscoprire e ribadire, attraverso la cultura, l’identita multiforme e profonda”.
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