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  • domenica 19 maggio 2024

Il Segretario di Stato Vaticano sullo stabile occupato a Roma: “Gesto per attirare l’attenzione su un problema reale”. Mobilitati anche gli oratori

 


"Ho visto che ci sono state tante interpretazioni e tante polemiche. Personalmente credo che lo sforzo dovrebbe essere quello di capire il senso di questo gesto, che è attirare l’attenzione di tutti su un problema reale, che coinvolge persone, bambini, anziani". Queste la parole con cui il segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, ha voluto commentare il gesto del cardinale, Konrad Krajweski, elemosiniere di Papa Francesco, che ha tolto i sigilli al contatore della luce di un palazzo occupato a Roma, in cui era stata tolta la corrente.


"Attirare l’attenzione di tutti su un problema reale, che coinvolge persone, bambini, anziani e cercare insieme di risolverlo - ha aggiunto Parolin a margine di un convegno all’università Cattolica di Milano - e mi pare che questo è già avvenuto in un certo senso, nel senso che anche le istituzioni si sono attivate. Sottolineerei questa positività e questa buona intenzione", ha concluso.


Il segretario di Stato ha anche risposto direttamente al vicepremier Salvini che ha invitato il Vaticano a "pagare le bollette degli italiani in difficoltà": "La Chiesa lo fa già, aiuta tutti".


Da registrare poi anche le reazioni delle associazioni che gestiscono l’occupazione dello stabile, una in particolare Action, che si è espressa con le parole di Andrea Alzetta, riferendosi agli oltre 300mila euro di bollette arretrate da saldare: "Se ci intestano il contratto noi siamo ben felici di pagare". Ma nel mondo cattolico, su questa questione c’è da registrare anche la mobilitazione degli oratori romani che esprimono il proprio sostegno all’Elemosiniere di Sua Santità, Card. Konrad Krajewski relativamente ai noti fatti avvenuti nello stabile in via Santa Croce in Gerusalemme: “Il gesto di padre Konrad, nella sua disperazione, non può lasciarci indifferenti: l’esempio di questo pastore smuove le nostre coscienze di catechisti”.


 


“Conosciamo un po’ la realtà di questo palazzo occupato, alcuni bambini negli ultimi hanno frequentato l’Oratorio Estivo della Parrocchia Santa Croce in Gerusalemme: esperienza non senza difficoltà, ma che almeno nell’intenzione aveva i presupposti dell’incontro e dell’accoglienza; di restituire a questi piccoli un frammento del loro diritto a essere bambini come tutti gli altri.


 


Questa intenzionalità muove il nostro cuore anche in queste ore, perché l’Oratorio realizza la sua vocazione solo se si fa presente dove il più piccolo è solo, inascoltato, disistimato. E in quel palazzo occupato ce ne sono decine di bambini e ragazzi, che vivono in condizioni disumane. Chi ha a cuore i fanciulli, la loro salvaguardia e il loro futuro, non può ignorare alcuni di questi che non hanno niente; per la verità moltissimi anche nella nostra città di Roma.


 


Così, se non possiamo essere fisicamente lì in quel palazzo occupato – ci mancano ancora le possibilità o forse il coraggio – almeno idealmente siamo là, con quelle decine di bambini: a giocare con loro, a dire una parola buona, a dare loro una speranza; a educarli ad essere “onesti cittadini”- come ci insegna don Bosco - ma anche, come scrive don Milani, “da un lato a formare in loro il senso della legalità, dall’altro la volontà di leggi migliori” (cfr. don Lorenzo Milani, Lettera ai giudici).


 



Il gesto “squilibrato” - come lo definirebbe Papa Francesco (cfr. discorso all’Assemblea Diocesana del 09.05.19) - dell’Elemosiniere Card. Krajewski ci rende meno sordi al grido di quei bambini e ci provoca a vivere il Vangelo di Gesù nella radicalità di cui finora non siamo stati capaci”.


 

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