Arcelor Mittal finisce nell’angolo. Pressing del Quirinale, Governo e magistratura. Verso un nuovo decisivo vertice

Indurre ArcelorMittal a restare a Taranto, con strumenti come lo scudo penale, un pacchetto di ammortizzatori sociali per oltre duemila lavoratori, uno sconto sugli affitti e anche la possibilità di un ingresso di Cassa depositi e prestiti nell’azionariato. Sarebbe questo l’estremo tentativo che il governo si prepara a fare per l’ex Ilva, mentre i sindacati chiedono alla multinazionale il rispetto degli impegni e assicurano che i lavoratori si rifiuteranno di spegnere gli altiforni. Ma è anche la magistratura di Milano e Taranto che va in pressing sulla multinazionale franco-indiana e avverte l’azienda che incassa e si mette a disposizione,ArcelorMittal, infatti “seguirà l’invito del Tribunale a interrompere l’implementazione dell’ordinata e graduale sospensione delle operazioni in attesa della decisione del Tribunale di Milano. Tale processo è in linea con le migliori pratiche internazionali e non recherebbe alcun danno agli impianti e non comprometterebbe la loro futura operatività”. Questo quanto si legge in una nota del gruppo AM InvestCo che “accoglie l’invito del Tribunale di Milano a partecipare alla discussione tra tutte le parti coinvolte il 27 novembre”. A seguito della recente richiesta dei Commissari dell’Ilva al Tribunale di Milano volta all’ottenimento di provvedimenti provvisori relativi all’acciaieria di Taranto, AM InvestCo Italy “prende atto e saluta con favore l’odierna decisione del Tribunale di non accogliere la richiesta di emettere un’ordinanza provvisoria senza prima aver sentito tutte le parti”. L’udienza in Tribunale è fissata per il 27 novembre. Intanto sarebbe stata fissata a Palazzo Chigi per venerdì prossimo una nuova riunione tra Governo ed Azienda e solo a quel punto si potrà dire quale sarà la sorte degli impianti pugliesi. In serata, poi, soddisfazione è stata espressa da Cgil, Cisl e Uil dopo l’incontro al Quirinale con il Capo dello Stato. Per il presidente Mattarella - è quanto trapela sul colloquio con i sindacati al Colle - l’Ilva è un grande problema nazionale che va risolto con tutto l’impegno e la determinazione, non solo per le implicazioni importantissime sul piano occupazionale ma anche - ha detto ai sindacati - per quanto riguarda il sistema industriale italiano. Il capo dello Stato non è entrato in nessun modo sul come risolvere la crisi dato che spetta al governo. La richiesta di incontro è venuta dai sindacati, che hanno chiesto di vedere il Presidente e Mattarella, nel corso dell’incontro, avrebbe soprattutto ascoltato.
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