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  • sabato 3 maggio 2025

Tutto quello che il Governo rischia di lasciare in sospeso. Dossier che segnano i destini di migliaia di persone

 


Con la crisi di governo in atto ci sono molti decreti che rischiano di saltare. Quello sull’Ilva, quello su rider e precari e quello sulla scuola. Tutti varati da Palazzo Chigi "salvo intese". Ma in bilico ci sono anche la riforma della giustizia, il salario minimo e il taglio dei parlamentari.  Si comincia dal nuovo "scudo penale" a rischio per il gestore dell’ex Ilva, scrive il "Sole 24 Ore", per passare dalle nuove tutele assicurative per i rider e le misure contro le crisi aziendali, per continuare sulle quote latte, per cui rischia di saltare la proroga del blocco delle multe e per arrivare fino alla scuola, per cui a questo punto c’è il serio rischio che salti la sanatoria per i 54mila precari.
Per non parlare della giustizia: con la crisi i ddl della riforma della giustizia sono praticamente cancellati. Lo scontro era già emerso chiaro al momento dell’approvazione del disegno in Consiglio dei ministri il 31 luglio, quando l’ok era arrivato "salvo intese". La Lega considera la durata dei processi (il tetto stabilito a sei anni) troppo lunga. E poi il nodo della mancata separazione delle carriere e l’assenza della riforma sulle intercettazioni. Impossibile a questo punto arrivare a un’intesa sul tema. Appare ormai fantascienza anche procedere alla riforma del golden power, messa in campo in vista del controllo degli investimenti del 5G di soggetti extra Ue, in primo luogo i cinesi. Sembra che Palazzo Chigi stia cercando in extremis le intese sui decreti dell’ultimo Consiglio dei ministri: si parla delle misure sull’ex Ilva, su cui si rischia la chiusura dello stabilimento di Teramo nel caso in cui salti lo "scudo" penale per i nuovi gestori. A rischio anche l’ex Alcoa di Portovesne in Sardegna e in Sicilia la Blutec di Termini Imerese, come ancher la Whirlpool: si aspettavano conferme per gli aiuti con cui affrontare le emergenze. Ci sono poi 243 atti parlamentari fermi tra aule e commissioni che a questo punto hanno serie possibilità di naufragare: tra le altre cose, parliamo di salario minimo, di acqua pubblica e di chiusure domenicali per i negozi. In bilico anche il taglio dei parlamentari, con il quarto voto calendarizzato alla Camera a settembre. Il M5s vorrebbe anticipare quell’appuntamento a prima del voto sulla sfiducia a Conte.


 

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