Occhio al partito del possibile non-voto. Alle Camere sono decine i parlamentari pronti a tutto pur di non sciogliere le fila

Mentre il leader leghista Matteo Salvini accelera per andare subito alle urne, c’è chi in Parlamento non è affatto intenzionato a dargliela vinta. Il cosiddetto partito del non-voto vanta tra le proprie file le 631 "matricole" alla prima legislatura. Ben 422 deputati e 209 senatori, infatti, sono alla loro prima investitura e rappresentano circa il 66% dei 945 parlamentari totali. Tra loro sono in molti a non voler lasciare la poltrona e soprattutto i trattamenti di fine rapporto, anche se ad oggi ridottissimi, ma soprattutto rinunciare al lauto trattamento economico ed alla possibilità di avere numerosi benefit. Tornare, insomma, alla normalità, per molti è assolutamente indigesto. Guardando all’interno dei partiti c’è poi da dire che per tanti, tantissimi grillini, la possibilità di un nuovo miracolo sembra proprio una illusione, vist i sondaggi, che dimezzano, anche di più, il peso specifico del Movimento, dunque, quanto accaduto alle ultime politiche non può ripetersi. Può esserci per il Movimento la questione dell’orgoglio, ma di fronte alla rendita di posizione gli interrogativi sono molti. Il M5S, poi deve ancora dire l’ultima parola sui due mandati. Se confermata l’intera brigata andrebbe a casa. C’è poi il Pd, che ha ancora l’ossatura renziana dentro le due Camere, questo significa che con la svolta compiuta con l’arrivo di Zingaretti, molti degli attuali deputati e senatori, con ogni probabilità non saranno ricandidati. Per Forza Italia vale il discorso del M5S, anche se in scala ridotta. Le possibili intenzioni di voto registrate in queste ore danno un partito in disfacimento e il numero dei parlamentari confermati è un vero e proprio rebus. La legislatura è partita appena 500 giorni fa e, in caso di elezioni a inizio ottobre, sarebbe di gran lunga la più corta della storia della Repubblica. Finirà davvero così? L’interrogativo è grande come una casa.
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