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  • martedì 29 aprile 2025

Minibot, Borghi (Lega) rilancia e attacca Tria. E’ un ministro tecnico e la scelta di approvarla è politica. Confindustria sulle posizioni di Draghi

Secondo Claudio Borghi, dall’euro bisognerebbe uscire. E anche di corsa. Ma il presidente della commissione Bilancio della Camera, consigliere economico di Matteo Salvini, dice che la Lega si atterrà al contratto di governo. Quindi minibot sì, Italexit no. Negli ultimi 8 anni lo stock di debiti commerciali si è ridotto di 20 miliardi. E poi il Presidente della Commissione Bilancio muove all’attacco di Tria proprio sui minibot affermando che Tria è un tecnico e la decisione su questa materia spetta alla politica.  Ma intanto a pochi giorni di distanza dalla “sberla” di Mario Draghi, i minibot incassano anche una nuova bocciatura, questa volta dal Centro Studi di Confindustria ed al netto delle posizioni espresse da Borghi. Se il numero uno della Bce aveva definito questo strumento – caldeggiato soprattutto dalla Lega – come o illegale, perché prevedeva di stampare nuova valuta, o capace di far aumentare lo stock di debito, l’associazione di Viale dell’Astronomia ha rilevato una lunga lisa di criticità legate all’applicazione dei minibot. La misura, che nelle intenzioni del governo gialloverde dovrebbe ridurre i debiti commerciali della Pubblica amministrazione nei confronti delle aziende fornitrici, sarebbe in realtà un clamoroso autogol che minerebbe la credibilità del nostro paese. I minibot, infatti, secondo Csc possono addirittura minare la credibilità dell’Italia in un momento in cui l’Europa e i partner si stanno chiedendo se il nostro Paese è conforme alle regole fiscali comuni sul debito pubblico.



Tanto più che, negli ultimi anni, lo stock di debiti commerciali della pubblica amministrazione si è molto ridotto (anche se resta il più ampio in Europa) e i tempi di pagamento sono stati accorciati (ma non in modo omogeneo in tutte le aree del Paese). Ciò di cui c’è ancora bisogno è di accrescere l’efficacia della Pa, sostiene Confindustria. Inoltre, le imprese italiane – in media – non soffrono oggi di una crisi di liquidità, come nel 2012, quando l’associazione degli industriali chiese con urgenza misure straordinarie per pagare i debiti commerciali accumulati dalla pubblica amministrazione.


 

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