Governo, ancora un botta e risposta Lega-M5S

“Non ho alcuna intenzione di far cadere il governo, ma il governo è pagato per fare, i ministri e i presidenti sono pagati per fare”. Sono le parole del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini in diretta a Rtl 102.5 “Non stop news”.
“Non chiedo mezza poltrona in più, sono disposto ad andare avanti basta che si acceleri e che ci siano tanti sì” ha aggiunto sottolineando che sullo sblocca cantieri “non è la Lega ma il Paese che ha le idee chiarissime”. Bisogna dunque “resettare il codice degli appalti aprire i cantieri e cancellare tutta quella burocrazia”.
Ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha lanciato un ultimatum ai partner di governo in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Basta polemiche elettorali, ha detto Conte, decidete che fare per andare avanti con il “Governo del cambiamento” serve “leale collaborazione”. Se mancherà e se le risposte non saranno rapide (ma non c’è una scadenza precisa) il presidente del Consiglio potrebbe dimettersi. Conte ha convocato i giornalisti per provare a riprendere la scena dopo settimane di guerra di parole fra i suoi due vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che sono anche i suoi danti causa. “Polemiche sterili”, ha commentato, che hanno dato l’impressione di “uno stallo nell’azione di Governo che non c’è stato”. Ma a stretto giro di posta arroiva la risposta del M5S, che invece la pensa, rispetto alle sorti del Governo, in maniera diversa. A parlare è il ministro delle Infrastrutture Toninelli a Radio 24: L’emendamento presentato dalla Lega allo Sblocca cantieri che sospende per due anni il Codice degli appalti è un pretesto per far cadere il Governo. “Il più grande no arrivato dalla Lega – ha detto il ministro in riferimento alla conferenza stampa del premier Conte – perché l’emendamento presentato non sta in piedi ed è contestao da tutti. Un emendamento che sospende per due anni il Codice degli appalti, un pretesto per creare il caos e far cadere il governo”.
Ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha lanciato un ultimatum ai partner di governo in una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Basta polemiche elettorali, ha detto Conte, decidete che fare per andare avanti con il “Governo del cambiamento” serve “leale collaborazione”. Se mancherà e se le risposte non saranno rapide (ma non c’è una scadenza precisa) il presidente del Consiglio potrebbe dimettersi. Conte ha convocato i giornalisti per provare a riprendere la scena dopo settimane di guerra di parole fra i suoi due vice, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che sono anche i suoi danti causa. “Polemiche sterili”, ha commentato, che hanno dato l’impressione di “uno stallo nell’azione di Governo che non c’è stato”.
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