Conte ha 24 ore per garantirsi un futuro a Palazzo Chigi

Su Mes e Recovery Fund il Governo potrebbe cadere, ma c’è anche l’ipotesi, al Senato, di un salvataggio da parte dei centristi, di parte del M5s e di alcuni ‘europeisti di Forza Italia. Spunta una Risoluzione pentastellata che potrebbe mettere d’accordo tutti nella maggioranza
Giuseppe Conte si avvia ad una settimana di fuoco, segnata dai due principali nodi europei, il Mes e il Recovery Fund. Mercoledì in Aula il rischio del "no" dei frondisti M5S alla riforma del Mes resta alto. "Non ci saranno problemi, chi vota "no" vota contro una decisione presa dal gruppo M5S", assicura il capo politico Vito Crimi. Nelle prossime ore, invece, il Cdm metterà a punto lo schema del Recovery Plan e la discussa task force, che continua a non piacere a Iv e non solo. Intanto, Emilia-Romagna e Lazio si accodano ad altre 22 Regioni europee di stampo autonomista per chiedere a Bruxelles , con una lettera ai vertici comunitari, un coinvolgimento diretto nel piano. Sul Mes la chiave per smussare la fronda pentastellata è invece la risoluzione unitaria che verrà presentata in Aula. Prima del confronto con il Pd, è già partito il lungo lavoro interno al Movimento: in 60 parlamentari - tra capigruppo, presidenti di commissione e capigruppo in commissione - stanno lavorando al testo con un obiettivo: rendere più chiaro possibile il "no" all’uso del Mes e, allo stesso tempo, sottolineare come il sì alla riforma non significhi avallare la ratio del fondo-salva Stati. "A noi questa riforma non piace ma mentre a dicembre 2019 potevamo permetterci di dire "assolutamente no" oggi siamo in un anno in cui c’è una crisi pandemica, in cui l’Ue ha dimostrato di mettere in campo strumenti nuovi. Dobbiamo guardare avanti. Questa riforma è un modo per chiudere il capitolo", sottolinea Crimi. Nella risoluzione non potrà essere messo nero su bianco il "no" al Mes, Pd e Iv non lo permetteranno.
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