Bixi, l’uomo del braccio di ferro Lega-M5S avverte: “Faccio quello che dice Salvini e non quello che dice Di Maio

“Siamo Europei può diventare un partito. Io sono iscritto al Pd, lavoro con Zingaretti. Il mio movimento dovrebbe rimanere quello che è: il collante di un mondo più ampio della sinistra. Ma se serve sono pronto a trasformarlo in un soggetto politico”. Lo afferma Carlo Calenda, il candidato Pd più votato alle Europee con 272 mila preferenze nel Nord Est, in una intervista a Repubblica.
Secondo Calenda serve una formazione di centro. “Io vedo l’utilità di avere una forza di centro, liberaldemocratica.
Sarebbe molto importante costruirla e se nascesse darei sicuramente una mano a mettere insieme tre grandi culture, la sinistra, il cattolicesimo democratico e il liberalismo, con un programma comune. Dobbiamo evitare che il Paese vada non a destra ma verso lo sfascio”, spiega Calenda ma nega di voler fare una scissione: “Assolutamente no. Non farò niente contro il Pd. Mi muovo solo se lo decidiamo insieme”.
La sinistra, conclude Calenda, ha bisogno di un leader e “quel leader è Paolo Gentiloni. Dipende da lui volerlo fare, ma rappresenta la forza tranquilla di cui abbiamo bisogno”. Quanto a Zingaretti, Calenda dice: “Con Nicola ho lavorato molto bene pur essendo molto diversi. Io però penso che Gentiloni debba fare di più. Si è speso in campagna elettorale ma ora è il momento di farsi avanti, di proporsi come leader di questa coalizione che in parte tocca a lui costruire”.
Bixi, l’uomo del braccio di ferro Lega-M5S avverte: “Faccio quello che dice Salvini e non quello che dice Di Maio
“È surreale. Mi danno già tutti per condannato, sono arrabbiato nero. Vorrei capire con chi hanno parlato i 5 stelle. Io confido nella magistratura. Ma lo sa che a Genova, la mia città, tanti che votavano il Movimento gli hanno tolto il voto per me?”. Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Edoardo Rixi, viceministro leghista ai Trasporti, imputato per peculato nel processo spese pazze in Liguria.
Nel contratto c’è scritto che dovrebbe dimettersi, “hanno ragione – ammette – ma nel contratto c’era anche scritto che Armando Siri non si doveva dimettere fino al rinvio a giudizio. Per loro era inaccettabile in campagna elettorale e quindi hanno bloccato ogni mediazione. O il contratto si applica sempre, o non si applica.
Raggi doveva andare a casa due volte e anche Appendino”. Se condannato, lascia? “Io ho già detto a Matteo che deciderà lui, ha la mia massima disponibilità. Faccio quello che decide Salvini, non quello che decide Di Maio”. E se glielo chiede Conte, il passo indietro? “Non so se è il caso, non possiamo sempre fare passi indietro. Bisogna capire qual è la mediazione.
Conte è il mio premier, ma se io sono viceministroèperché lo ha voluto Matteo. Quella legge, fatta ai tempi di Monti, è una roba sbagliata. Non puoi mettere l’esecutivo sotto ricatto. Devi dire di sì a tutti, sennò il primo no che dici arriva uno e ti fa un esposto alla procura”.
“Mi girano le scatole – si sfoga Rixi – perché questa vicenda è nata da una sciocchezza, da un emendamento dello sblocca cantieri su cui abbiamo litigato. Come si può strumentalizzare cose così? Io coni5Stelle sono sempre stato corretto e mi ha dato molto fastidio il loro atteggiamento spietato. Se ritieni che la vita degli altri non sia importante e la tua ideologia supera la tua umanità, finisci per giustificare anche i campi di sterminio”.
Rixi non sa come ricucire: “Se ti chiudono in un bunker e il tuo compagno di cella invece di aiutarti sta con quello fuori, come la prendi? Loro devono capire se vogliono dare una prospettiva all’Italia, o se cercano una scusa per non farlo. Se mi fanno saltare ci guadagno in salute. Ma facciamo la Tav, le opere devono andare avanti. Non mi va di essere un’altra tacchetta che mettono sul loro carrarmato per far vedere che la Lega non vale niente, nonostante il 34% . Ma sparare sempre al compagno di banco non ha pagato”.
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