ArcelorMittal, verso lo scudo penale per tutti? Ipotesi dal Pd

Una norma che preveda l’immunità penale per tutte quelle aziende che si cimentano in bonifiche industriali e quindi non si configuri come una misura ad hoc per ArcelorMittal. E’ questo il contenuto dell’emendamento a cui in queste ore lavora il Pd in merito al caso ex Ilva. I Dem puntano a inserire l’emendamento nel dl fiscale ma resta il nodo dell’ammissibilità. Nei fatti l’immunità penale, in realtà, fu concessa nel 2015 all’ Ilva in amministrazione straordinaria, ai commissari che stavano riavviando il risanamento e fu assicurato lo stesso trattamento a chi avesse vinto la gara, e cioè ArcelorMittal. Si era in piena fase critica perché erano aperte tutte le conseguenze del sequestro giudiziario dell’area a caldo del 2012, e con questa norma si era voluto di fatto assicurare una protezione legale sia ai gestori dell’azienda (i commissari), che ai futuri acquirenti (l’offerta di gara di ArcelorMittal doveva ancora palesarsi), relativamente all’attuazione del piano ambientale della fabbrica. Evitare, cioè, che attuando il piano ambientale, i commissari o i futuri acquirenti del siderurgico restassero coinvolti in vicissitudini giudiziarie derivanti dal passato essendo l’inquinamento Ilva un problema di lunga data. Poi nella primavera del 2019, a un anno circa dell’insediamento del primo Governo Conte, i Cinque Stelle avevano dichiarato che questa norma, l’immunità, era illegittima e andava abrogata perché trattavasi di un privilegio. Dopo le proteste di ArcelorMittal, nel decreto salva-imprese è tornato uno scudo ridimensionato per poi però essere definitivamente abolito, in fase di conversione del decreto Crescita, nel 6 settembre 2019, grazie all’emenda,mento al veleno, dell’ex ministra del Sud Lezzi.
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