Ubi banca, mobilitazione e sit in in tutta Italia

Oggi sono 100 trasferimenti, ma domani? È una protesta che guarda (con preoccupazione) al futuro quella organizzata, dai sindacati dei bancari - Fisac Cgil, First Cisl, Uilca, Unisin e Fabi - del gruppo Ubi, che alla fine dello scorso mese di luglio, in maniera inaspettata e senza confronto con le organizzazioni sindacali, ha annunciato una serie di esternalizzazioni di attività verso le società Accenture Service e BCube che toccheranno 8 sedi, coinvolgendo circa 100 lavoratori tra Bergamo, Brescia, Milano, Cuneo, Pesaro, Jesi, Bari e Chieti.
Le organizzazioni sindacali hanno dichiarato massima preoccupazione e contrarietà per il numero dei territori e dei lavoratori coinvolti. "Contrarietà - si legge in una nota unitaria delle sigle dei bancari - perché l’operazione si pone in contrasto con il tenore delle relazioni sindacali, tradizionalmente positivo in Ubi, e non è coerente con l’impegno assunto con precedenti intese dalle parti volto a consentire che la gestione dei processi di riduzione di organico previsti dal Piano avvenga mediante soluzioni interne al Gruppo”.
Ulteriore elemento di contrarietà è rappresentato dalla tempistica scelta dall’azienda per l’invio delle informative, "pervenute - sottolineano i sindacati - alla vigilia della sospensione dei lavori e durante la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, la cui piattaforma rivendicativa pone come centrali i temi della tenuta occupazionale, nonché del contrasto e del ’governo’ dei processi di esternalizzazione".
Ma al centro della protesta, come detto, c’è soprattutto il futuro: "Oggi 100 persone, ma domani?", si chiedono i sindacati con un punto di domanda che campeggia sul volantino. Perché il timore è che queste esternalizzazioni siano solo il preludio ad un piano industriale che potrebbe mettere in discussione i livelli occupazionali e questo, i lavoratori e le loro rappresentanze, non sono disposti ad accettarlo.
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