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  • martedì 29 aprile 2025

Renault-Fca, si spegne il matrimonio automobilistico del secolo. Pesanti accuse al governo francese

Il consiglio di amministrazione di Fiat Chrysler Automobiles presieduto da John Elkann ha deciso "di ritirare con effetto immediato la proposta di fusione avanzata a Groupe Renault". Una secca nota, nella notte tra mercoledì e giovedì, ha messo la parola fine, almeno per ora, a quello che poteva diventare il ‘matrimonio automobilistico’ del secolo. L’annuncio dello stop è arrivato dopo la nuova fumata nera del board di Renault che al termine di una riunione durata circa sei ore ha spiegato che “non è stato in grado di adottare una decisione” sul progetto di fusione proposto da Fca “a causa della richiesta avanzata dai rappresentanti dello Stato francese di rinviare il voto ad un successiva riunione del Consiglio”. Una circostanza che ha convinto il consiglio di amministrazione di Fca che “non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo” pur esprimendo “sincera gratitudine” agli altri attori della trattativa ed in particolare ai vertici di Renault e dei suoi alleati Nissan e Mitsubishi. Dito puntato quindi verso il governo francese, proprietario di una partecipazione del 15% in Renault, che si era detto inizialmente favorevole alla fusione ma che allo stesso tempo aveva espresso una serie dubbi e posto diverse condizioni per dare il suo via libera all’operazione.


In particolare Parigi chiedeva garanzie sulla governance, sulla sede della newco, sul futuro degli stabilimenti francesi e dei suoi lavoratori, pressato anche dal sindacato CGT che si è detto da subito contrario alla fusione. Ma a frenare Parigi anche i termini del concambio paritario proposto da Fca che avrebbe pagato un dividendo straordinario di 2,5 miliardi ai suoi azionisti per allineare i valori delle due aziende. Oltre ai timori per il futuro dell’allenza con i partner giapponesi di Renault. Secondo la stampa americana i due rappresentanti di Nissan nel board della casa francese avrebbero espresso la loro contrarietà all’operazione, manifestando la possibilità di porre fine alla partership.


Solo questa mattina il ministro delle finanze Bruno Le Maire ha fatto capire che a Bercy non c’era fretta a dare luce verde a Fca. “Prendiamoci tutto il tempo che serve per fare le cose bene” aveva detto in un’intervista al tv BFM “vogliamo questa fusione ma non la vogliamo a qualsiasi condizione”.


Fca da parte sua ha rivendicato la bontà dell’operazione proposta “che ha ricevuto ampio apprezzamento sin dal momento in cui è stata formulata e la cui struttura e condizioni erano attentamente bilanciati al fine di assicurare sostanziali benefici a tutte le parti”.



Ma le nozze non si faranno e Fiat Chrysler Automobiles “continuerà a perseguire i propri obiettivi implementando la propria strategia indipendente”.


 

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