Microcredito, la soglia dei prestiti sale fino a 50mila euro. Decisivo il pressing di ConfimpreseItalia e del suo Vice presidente Fulvio Barion e la sensibilità politica della senatrice Toffanin
“Abbiamo lavorato alacremente ma ci siamo riusciti è stata abrogata una piccola riga che teneva ferma la possibilità di una nascita di nuove attività e soprattutto per aver elevato la soglia dei prestiti per il Microcredito a 50mila euro”. Esulta il vicepresidente nazionale di ConfimpreseItalia, Fulvio Barion che insieme alla senatrice Roberta Toffanin vicepresidente della commissione finanze del Senato relatrice di minoranza dell’emendamento delle opposizioni, sono riusciti ad ottenere un grande risultato per le micro e le piccole imprese italiane. Insieme a questo punto di svolt, sempre nell’emendamento approvato anche altri punti qualificanti ed in particolare, si è potuto finalmente dare corso alla possibilità di richiedere i finanziamenti di microcredito fino ad un importo massimo di 50.000€. Il provvedimento che lo prevede era contemplato all’artico 49 del decreto cura Italia di marzo, e successivamente confluito nell’art. 13 del Decreto Liquidità. Tale provvedimento seppur effettiva legge dello stato, non poteva trovare applicazione perché demandava la sostituzione della parola 25.000 da sostituire con 40.000 che lo rendeva operativo permettendo al fondo di garanzia per le piccole medie imprese di intervenire garantendo nella misura dell’80%, l’intermediario finanziario erogante il finanziamento, nei nuovi limiti del provvedimento. Secondo il testo licenziato, l’adeguamento del decreto era demandato al Ministro dell’economia e delle finanze che avrebbe dovuto modificare il DL n. 176 del 14 ottobre 2014 da parte del ministero competente. Molteplici iniziative che avrebbero potuto trovare la nascita, creando nuova occupazione così preziosa in questo momento così catastrofico per l’economia del paese, sono rimaste bloccate da marzo per una nequizia. Il vice presidente Fulvio Barion di ConfimpreseItalia va avanti nella sua riflessione: “Premesso che l’economia del paese si basa per l’80% sulla piccola e micro impresa falcidiata più dai provvedimenti sbagliati del governo che dal COVID-19, questa è una misura di portata più rilevante di altri provvedimenti perchè è uno strumento che resterà permanente. Voglio sottolineare ancora una volta che questa è una dimostrazione di come possa essere vincente il rapporto tra chi il palazzo della politica e delle istituzioni lo vive seriamente nell’interesse del paese, e di cui ha dato prova la senatrice Toffanin, la quale ha compreso sposando appieno la potenza di quella che sembra una piccola cosa, e che in realtà è un prezioso strumento che può aiutare il paese a rialzare la testa”.
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