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  • domenica 4 maggio 2025

Mediterraneo, i porti italiani arretrano. Bassa crescita nel Rapporto Isfort

"I porti italiani fanalino di coda del Mediterraneo: perdono quote di mercato mentre gli altri ne guadagnano. Le disconnessioni e le riforme incompiute ne bloccano la competitività, frenando la crescita del Paese: se il traffico portuale italiano crescesse anche solo del 5%, come quello spagnolo, genererebbe 775 milioni di valore aggiunto e circa 7.600 posti di lavoro, con un incremento del fatturato del complesso delle attività che gravano attorno al porto di oltre 2 miliardi". E’ quanto si legge nel Rapporto Isfort presentato al quinto Forum di Conftrasporto-Confcommercio, che descrive una Italia in netta controtendenza rispetto al complesso della portualità mediterranea.


"Negli ultimi 10 anni, infatti, mentre gli altri porti del Mar Mediterraneo rosicchiavano a quelli del Nord Europa, che restano i padroni, circa il 7% delle quote di mercato continentale, il sistema italiano ne perdeva il 2%, passando da una quota dell’8% al 6%. Non solo: guardando al canale di Suez, tra il 2011 e il 2018 le tonnellate di merce in transito sono aumentate del 42% mentre i porti italiani hanno fatto registrare solo un +2%. Anche sul fronte dei container, tra il 2005 e il 2017 la crescita del traffico degli scali di tutto il Mediterraneo è stata del 46% mentre quella del sistema portuale italiano solo della metà (+23%).


Burocrazia e ritardo digitale inceppano il sistema, accusa Conftrasporto sottolineando come non sia ancora stato varato lo sportello unico doganale, atteso da 16 anni: ci vogliono 68 istanze da trasmettere a 18 amministrazioni diverse per svincolare le merci in import/export, un ritardo digitale che rallenta tutto il sistema. Andrebbe quindi promossa l’integrazione tra le operazioni doganali e le innovazioni sviluppate a supporto dell’efficienza della logistica".


 

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