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  • martedì 29 aprile 2025

Confagri denuncia: "Piante e fiori italiani rispediti indietro alle frontiere

 


I florovivaisti “sono sul piede di guerra” perchè vengono disdetti e rifiutati alle frontiere piante e fiori destinati all’esportazione “o messi in quarantena con interpretazioni restrittive di alcune dogane”. Lo afferma il presidente della Federazione del florovivaismo di Confagricoltura, Francesco Mati, secondo cui sono penalizzati in particolare i prodotti “provenienti da Liguria e Toscana, i due grandi distretti produttivi del nostro paese, l’uno per le piante aromatiche l’altro per i vivai, con la motivazione che in Italia c’è l’epidemia di coronavirus”. 


“Il blocco dell’export di prodotti florovivaisti – sottolinea Mati – è assurdo, pretestuoso, per motivazioni assolutamente false perchè il coronavirus non si trasmette attraverso le piante, neppure quelle aromatiche. Come ha ribadito la scienza tutte le piante italiane sono sicure, tutti i nostri alimenti si possono consumare con totale tranquillità. Ma allora perchè questa voglia di punire e isolare? Ci vogliono interventi chiari e rigorosi, innanzitutto a livello europeo ma anche mondiale, per fermare lo sciacallaggio in atto. Tutto il Made in Italy, compreso quello florovivaistico, è sotto attacco”. 


“Il comparto florovivaistico – spiega Luca De Michelis, vicepresidente dei florovivaisti di Confagricoltura e presidente di Confagricoltura Liguria – era in buona salute con trend di esportazione in crescita. Evidentemente il successo del Made in Italy di qualità, anche in questo settore, dà fastidio e c’è chi gioca scorrettamente. I nostri produttori sono ingiustamente minacciati nei loro interessi economici, rischiano il tracollo delle loro imprese e minacciano proteste alle frontiere con la Francia. La situazione rischia di essere incandescente”. 


“Ho apprezzato – aggiunge Mati – le prese di posizioni ferme del ministro Bellanova, che ci auguriamo diventino di tutto il governo italiano. Ma ora bisogna intervenire con la dovuta fermezza a livello europeo e diplomatico contrastando chi infanga la reputazione del Made in Italy”. 


 

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