Tra Fca e Psa c’è l’accordo, l’ultima parola, però, spetterà a Macron

Sarebbe tutto pronto, ormai, per varare il maxigruppo automobilistico Fca-Psa. L’accordo c’è già ed è arrivato dopo una lunga serie di trattative sotterranee, quello che però è certo è che non basta il via libera dalle due case automobilistiche, serve anche quello politico di Macron e del suo Governo, che nel recente passato aveva stoppato la trattativa con Renault. Al netto di quello che sarà poi la volontà di Macron e del suo Governo il nuovo gruppo che nascerà dalla fusione sarà controllato al 50% dagli azionisti del gruppo Psa e al 50% dagli azionisti di Fca.
La seduta di Borsa a Milano gira intorno a Fca. Il Ftse Mib apre cauto (+0,06%) mentre il titolo Fca non riesce a fare prezzo e rimane su un rialzo teorico del 10% per alcuni minuti per poi entrare agli scambi a 14,1 euro in rialzo del 9%.
Il consiglio di amministrazione della società Fca-Psa sarebbe composto da 11 membri: 5 saranno nominati da Fca (incluso John Elkann) e 5 nominati da Psa (inclusi il senior independent director e il vicepresidente). Nel board ci sarà anche il ceo Carlos Tavares che avrà un mandato iniziale di 5 anni.
Prima del perfezionamento dell’operazione Fca distribuirebbe ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro e la propria partecipazione in Coma. Peugeot distribuirebbe ai propri azionisti la partecipazione del 46% in Faurecia.
"Sinergie annuali a breve termine stimate in circa 3,7 miliardi di euro, senza chiusure di stabilimenti", è uno degli obiettivi che si raggiungerebbero con la creazione del nuovo gruppo.
L’operazione porterà alla nascita del quarto costruttore al mondo con 8,7 milioni di auto vendute alle spalle di Gm, Volkswagen e l’alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Oltre 400.000 i dipendenti. Il fatturato sfiorerà i 200 miliardi di euro.
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