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  • martedì 29 aprile 2025

Sostegni economici, l’Ue principale filone per l’Italia

 


 


Parla l’economista Carlo Cottarelli che ha tenuto un webinar sul Recovery Fund organizzato dalla Fim Cisl


“Il sostegno principale all’Italia in questo momento viene dalla Bce, tramite la Banca d’Italia, con gli acquisti di titoli di stato. Quest’anno dovrebbero arrivare dalla Bce 170 miliardi in termini netti, il prossimo anno ancora non si sa. Ci sarà un annuncio a dicembre, ma più o meno si può pensare che si parli dello stesso ammontare. Rispetto al Ricovery Fund che vale 209 miliardi su 5 anni il grosso dei soldi arriva dalla Bce di cui non si sta parlando. L’attenzione dei media è sul Mes e sul Recovery Fund e non su questi acquisti di titoli di stato della Bce, attraverso la Banca d’Italia, che sono la cosa che ci sta mantenendo in vita e che arrivano senza condizioni”. Parola dell’economista Carlo Cottarelli, che ha tenuto un webinar sul Recovery Fund, organizzato dalla Fim Cisl Torino Canavese. 


“Su un debito pubblico di quest’anno di 180 miliardi, 170 arrivano dalla Bce, una piccola parte arriva dall’Unione Europea, tramite il meccanismo Sure, che finanzia le casse integrazioni dei vari paesi”, ha conteggiato Cottarelli, ricordando che il deficit pubblico l’anno scorso era di 30 miliardi. 


I motivi di questo incremento sono da addebitarsi all’epidemia di Coronavirus: “La situazione è molto difficile, l’economia è in crisi. Lo stato incassa meno, a fronte di una caduta del nostro reddito si pagano meno tasse, poi lo stato ha utilizzato delle misure espansive, ha tagliato certe aliquote; terzo ha aumentato le spese, da quelle per la sanità ai trasferimenti alle famiglie. Lo Stato questi soldi li trova prendendo a prestito dai mercati finanziari, cioè emettendo Btp o Bot o altri titoli di stato”, ha spiegato Cottarelli. 


“La Bce e la Banca d’Italia dove li prendono i soldi? Li stampano oppure accettano depositi delle banche commerciali presso di sé che non devono esser rimborsati oppure se dovessero esserlo la banca centrale stamperebbe più banconote”, ha spiegato Cottarelli. 


“La Bce si muove così perché l’inflazione è bassa, ma se per qualche motivo l’inflazione iniziasse ad andare su, allora dovrebbe smettere di stampare soldi. Ecco che come rete di protezione è utile che ci sia qualcun altro che presta ai paesi, in questo caso l’Unione Europea, che può trarre risorse emettendo a sua volta titoli europei, eurobond. E queste emissioni sono già cominciate, non ancora per finanziare il Recovery Fund, che adesso peraltro si chiama Next generation European union. Per il meccanismo Sure ci sono già state emissioni di titoli di stato europei venduti attraverso un meccanismo di asta, venduti a tassi negativi. Dal meccanismo Sure l’Italia avrà 27 miliardi, quasi tutti quest’anno. Per il Ricovery Fund i soldi arrivano in parte come prestiti, che probabilmente saranno pure a tassi negativi o vicini allo zero, 120 miliardi, e in parte a fondo perduto, circa 80 miliardi”, ha sintetizzato l’economista. 


“Per la prima volta l’Ue si indebita per importi molto ampi per poi passare i soldi ai singoli paesi, il che vuol dire che nell’immediato il debito dei singoli paesi non aumenta. E’ una forma di mutulizzazione del nuovo debito, diversa dalla mutualizzazione proposta 10 anni fa quando c’era la crisi dell’area Euro. 10 ani fa gli eurobond erano stati proposti come strumento per rimpiazzare il debito già esistente degli stati. Qui si prendono a prestito soldi insieme e si decide insieme come utilizzarli. Questa è la differenza rispetto agli eurobond tradizionali”, ha spiegato Cottarelli. 


Quanto al Recovery Fund, “L’Ue ha dato linee guida e i paesi devono presentare delle proposte”. Nel caso dell’Italia l’Ue ha chiesto di “fare investimenti in infrastrutture verdi, investimenti per digitalizzare l’Italia, per riformare la pubblica amministrazione, investimenti in capitale umano nell’istruzione dagli asili all’università, in ricerca e sviluppo e investimenti per far funzionare meglio la giustizia”.


 

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