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  • martedì 29 aprile 2025

Partita la lettera alla Ue, ma nel Governo è guerra dei nervi


E’ partita solo nella tarda serata di venerdì la lettera del ministro Tria, in risposta a quella inviata da Bruxelles sullo stato dei conti in Italia. Ore di braccio di ferro che, ancora una volta, hanno visto protagonisti i due alleati di Governo (Lega e M5S) e protagonista di una difficile mediazione il Presidente del Consiglio, Conte. Una giornata caratterizzata da fughe di notizie, anticipazioni e correzioni. Tutto incentrato sul taglio al welfare, ipotizzato in un primo momento, nel biennio 2020/2022. Proprio questo aveva messo l’uno contro l’altro, da un lato Di Maio, che chiedeva conto all’alleato del perché si era scelta questa strada, chiedendo un vertice di maggioranza, e dall’altro i leghisti che invece contro attaccano gettando la palla sul terreno opposto. Poi, alla fine è arrivata la versione definitiva che ha accontentato tutti o quasi, in cui Tria così scrive alla Commissione Ue: “In vista dell’approvazione del Documento Programmatico di Bilancio per il 2020 e alla luce delle più aggiornate previsioni macroeconomiche, il Governo  sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie. Il Parlamento ha invitato il Governo a riformare l’imposta sul reddito delle persone fisiche nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo per il periodo 2020-2022 definiti nel Programma di Stabilità. Inoltre, il Parlamento ha invitato il Governo a evitare gli aumenti delle imposte indirette per il 2020 individuando misure alternative idonee a garantire il suddetto miglioramento strutturale”. Nel Documento, va detto che la Ue aveva chiesto specifiche risposte, sono stati cancellati i riferimenti al numero degli scaglioni e le valutazioni sulla pressione fiscale sulla classe media. Il Documento-lettera, è di 58 pagine ed in ognuna di questa vengono affrontate le questioni poste dalla Commissione. Partita la lettera, restano tutte in piedi le tensioni ed il Governo, mai come nella giornata di venerdì è andato vicino alla crisi ed alla rottura. Per dire ancor meglio della gravità della situazione, il Presidente del Consiglio Conte ha annunciato per lunedì prossimo un discorso alla nazione, fatto decisamente irrituale per un Presidente del Consiglio. Sulla questione, poi, e sull’ultima mediazione del Premier che ha consentito di sbloccare la situazione,  potrebbe esserci stato anche un qualche contatto decisivo del Quirinale. Nulla sul punto è confermato. Infine, va detto, a corredo di una giornata decisamente da dimenticare è che sulla fuga di notizie relativa alla prima versione della lettera di Tria, quella in cui erano contenuti i tagli al welfare, sempre nella serata di venerdì cìè stato l’affondo di Conte: che così affonta la questione: “Sollecitare tutte le verifiche, anche giudiziali, affinché chi si è reso responsabile di tali fughe di notizie false sia chiamato alle conseguenti responsabilità”.


 

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