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  • venerdì 19 aprile 2024

Bankitalia: tassare di più i consumi e immobili. Ridurre imposte su lavoro

 


 


Per alleggerire il carico fiscale sui lavoratori si potrebbero aumentare le tasse sui consumi e sulla ricchezza. Lo sostiene la Banca d’Italia, secondo cui “dati i vincoli di bilancio, a parità di spesa pubblica, ulteriori riduzioni del prelievo sul lavoro potrebbero essere finanziate attraverso un maggiore carico fiscale sui consumi e sulla ricchezza, considerato meno dannoso per la crescita”.


“Il confronto internazionale – ha spiegato Giacomo Ricotti, capo del servizio Assistenza e consulenza fiscale di Bankitalia – mostra come il livello di prelievo effettivo sui consumi in Italia sia tra i più bassi in Europa, anche per il limitato apporto dell’Iva”.


Su di esso “influisce l’elevato compliance gap dell’Iva, ma anche l’erosione dell’imposta (il cosiddetto policy gap), dovuta a una struttura del tributo caratterizzata da esenzioni, regimi speciali e aliquote ridotte. Entrambe le componenti risultano per l’Italia superiori alla media dell’area euro”.


“Una ricomposizione del prelievo – ha aggiunto Ricotti in un’audizione in parlamento sulla riforma fiscale – dai redditi da lavoro ai consumi potrebbe essere ottenuta, oltre che con un rafforzamento degli strumenti di contrasto all’evasione dell’Iva, riducendo l’erosione dell’imposta”.


Banca d’Italia chiede anche un prelievo fiscale maggiore sugli immobili.  “Dati i vincoli del nostro bilancio pubblico – ha detto Giacomo Ricotti ancora – un maggiore prelievo sul possesso di immobili per finanziare un minore carico sui fattori produttivi potrebbe rappresentare un’opzione di riforma favorevole alla crescita”.


“Alcune recenti simulazioni – ha sottolineato Ricotti – mostrano come sia possibile disegnare interventi congiunti di riduzione delle imposte sul lavoro e di revisione della tassazione immobiliare che nel loro insieme consentano di ottenere contestualmente un impatto economico positivo ed effetti redistributivi non avversi”.


“Margini di riforma – ha spiegato l’economista di Via Nazionale – nell’ambito della tassazione della ricchezza immobiliare possono essere individuati nell’ampliamento della base imponibile dei prelievi esistenti, realizzabile sia attraverso la revisione dei valori catastali sia con l’inclusione delle abitazioni principali (eventualmente prevedendo una detrazione che riduca l’incidenza dell’imposta per le famiglie a basso reddito)”.


“Più marcate – ha aggiunto Ricotti – potrebbero essere le distorsioni, in termini di rischi di evasione e di effetti sulla crescita, di un aumento della tassazione sulla ricchezza finanziaria, soprattutto per i possibili riflessi negativi sul costo del capitale delle imprese, anche alla luce del già elevato prelievo complessivo su tale componente, derivante dalla stratificazione delle diverse forme di imposizione”.


 

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