Recovery Fund, l’Ue si prepara ad andare avanti anche senza i Paesi ribelli
"No, non siamo in ritardo" sui tempi del Recovery fund. "Ci auguriamo che il veto di Ungheria e Polonia sia superato. Siamo nei tempi indicati e credo che i tempi saranno rispettati". Così il presidente del Parlamento europeo David Sassoli alla trasmissione Restart su Rai2. "L’Ue può avanzare senza i Paesi che bloccano". E’ stata la Francia, per bocca del segretario di Stato agli Affari europei Clement Beaune, a vibrare apertamente la minaccia che a Bruxelles si va sussurrando da un paio di giorni. "Una variante nucleare che nessuno vuole", ma che come tutte le altre opzioni resta sul tavolo se le ribelli Ungheria e Polonia non si convinceranno ad accettare la clausola sullo stato di diritto e a revocare il veto sul bilancio europeo e il Recovery Fund, ha chiarito il premier olandese Mark Rutte. La formula sarebbe quella dell’accordo intergovernativo, una strada lunga e tortuosa, con implicazioni politiche e pratiche molto pesanti, da imboccare solo se non si riuscirà a trovare altre vie d’uscita. E non certo una novità.
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