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  • mercoledì 30 aprile 2025

Ponte Morandi, l’intercettazione shock del Capo della manutenzione prima del crollo: “Sappiamo che ha i cavi corrosi”

 


E’ una ammissione shock quella fatta da Michele Donferri Mitelli e che è stata citata nell’ordinanza che lo ha portato ai domiciliari assieme all’ex ad di Aspi Giovanni Castellucci per le barriere fonoassorbenti pericolose: "I cavi del Morandi sono corrosi". Un Whatsapp inviato il 25 giugno 2018. Cinquanta giorni dopo il ponte sul Polcevera crollerà portando via con sè le vite di 43 persone. Un messaggio che non sembra mai essere stato reso pubblico nell’inchiesta avviata proprio sulla tragedia di Genova.  A scoprire il messaggio shock sono stati i militari delle Fiamme Gialle durante le perquisizioni dopo la tragedia. Donferri manda quel messaggio via WhatsApp a Paolo Berti, ex dirigente anche lui finito ai domiciliari per l’inchiesta fonoassorbenti. Berti aveva scritto a Donferri di iniettare aria deumidificata nei cavi del viadotto Polcevera per levare l’umidità. Donferri rispondeva invece che i cavi erano già corrosi, facendo intendere che l’intervento sarebbe risultato quindi inutile. Glaciale la risposta dell’interlocutore: "Sti cazzi io me ne vado". 


Non è la prima volta che escono virgolettati riferiti a Michele Donferri Mitelli, l’ex capo delle manutenzioni di Autostrade per l’Italia, licenziato da Aspi alla fine di ottobre 2019 e principale indagato nell’indagine sul crollo di Ponte Morandi. Dalle carte delle differenti inchieste emerge l’identikit di un manager spavaldo che ordinava di fare interventi minimi e a bassa qualità. L’unico obiettivo era infatti abbattere i costi per fare bella figura in azienda e coi soci del gruppo.


 


 

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