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  • martedì 29 aprile 2025

Istigava alla guerra santa, arrestata una donna tunisina a Latina

 


 


Una 35enne tunisina ritenuta associata all’Isis è stata fermata dalla polizia a Latina per associazione con finalità di terrorismo anche internazionale, addestramento e istigazione a commettere delitti di terrorismo. Il profilo Twitter della donna era stato segnalato dall’Fbi americana: avrebbe condiviso video inneggianti al martirio e contenuti multimediali in cui Osama Bin Laden invita il popolo musulmano alla lotta armata e al martirio su alcuni gruppi chiusi di whatsapp. La complessa indagine, eseguita Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della Dcpp/Ucigos e della Digos di Latina e coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, ha preso avvio all’indomani della segnalazione, acquisita attraverso il Federal Bureau Investigation americano di un profilo Telegram attivo nella propaganda in favore dell’autoproclamato stato islamico.  Gli approfondimenti di tipo tradizionale sono stati affiancati da mirate attività tecnico-informatiche nonché da intercettazioni telematiche svolte dalla Digos di Latina e da personale specializzato dell’Antiterrorismo della Polizia di Stato, che hanno permesso di concentrare le indagini nei confronti di J.Z., cittadina tunisina residente nel capoluogo pontino. Le intercettazioni di natura telematica hanno documentato – anche grazie al supporto del Comparto intelligence nazionale - come la straniera, attraverso il suo account, rivolgesse inviti a utenti di gruppi attivi nel web riconducibili all’autoproclamato stato islamico a compiere attentati, con dettagliate indicazioni sulle possibili modalità di esecuzione e istruzioni per la fabbricazione di esplosivi. Sebbene la donna non sia stata collaborativa nel fornire le password di accesso, una prima verifica sui contenuti dei dispositivi informatici sequestrati, resa possibile attraverso l’opera di decriptazione effettuata da personale specializzato della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha permesso di constatare come l’indagata fosse dedita a una vera e propria attività di tutoring in materia di confezionamento di esplosivi, divulgando a utenti della rete simpatizzanti di Isis dettagliate istruzioni – da lei stessa prodotte - su come costruire ordigni, oltre a inviti a commettere azioni violente indicandone anche le diverse possibili modalità.


 

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