Roma, polemiche scuola Via Trionfale, Raimo (Ass. Cultura Mun. III): problema di tutta la comunità educante

“Non sono rimasto sorpreso, perché conosco come funzionano le scuole private, il sistema di presentazione delle scuole a Roma, soprattutto a Roma nord e conosco come si parla sui giornali della scuola. Si parla tantissimo di giovani e di scuola sui media, ma le questioni di sistema non vengono mai trattate". Così Christian Raimo, Assessore alla Cultura del Municipio III di Roma e scrittore, ai microfoni del programma di Radio Cusano Campus "L’Italia s’è Desta", in merito alla polemica riguardante la presentazione via web di una scuola della Capitale. "La questione della scuola di via Trionfale - continua - è un problema di tutta la comunità educante, degli adulti e dei ragazzi. E’ facile che sullo stesso giornale che ha gridato allo scandalo per l’indecente presentazione della scuola a via Trionfale, troveremo la classifica sulle migliori scuole d’Italia". "Questo classismo - prosegue - è parte integrante della mentalità con cui spesso pensiamo alle scuole dei nostri figli. Il classismo a scuola c’è sempre stato. La scuola italiana è sempre stata classista. Il figlio del notaio faceva il notaio, il figlio del contadino faceva il contadino. Questa cosa è cambiata molto negli anni 50-60 perché l’uguaglianza è diventata un valore e le scuole sono diventate una grande palestra di uguaglianza. Da qualche anno però non è più così. Il valore dell’uguaglianza che prima era scontato, oggi non è più così scontato. Oggi c’è la retorica dell’eccellenza, del primeggiare, della selezione". "Nessuno - prosegue - può dire che l’eccellenza sia un disvalore, però questi ragazzi oggi sono completamente assorbite da questo tipo di retoriche, vengono martellati. Pensate cosa voglia dire questo per un ragazzo che non è eccellente, che non ce la fa. La scuola non deve essere pensata per i primi, ma per chi non ce la fa. La preside dell’istituto di via trionfale? I rapporti di autovalutazione sono uno strano strumento che nessuno legge. Probabilmente quel rapporto è stato fatto in maniera sciatta, alla fine di un anno scolastico difficile. Quel rapporto - conclude - fotografa una realtà: c’è una parte della scuola fatta per ricchi e borghesi e un’altra parte della scuola che è un tentativo di dare un diploma a chi non ce la fa. Questo è terrificante, ma è ciò che sta in tutte le chiacchiere dei genitori e degli insegnanti”.
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