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  • mercoledì 30 aprile 2025

Roma-Latina, Simeone (FI): "E’ stata esclusa dalle opere prioritarie dal Governo Conte"

 


“Con stupore e profondo rammarico abbiamo appreso la notizia che la Roma-Latina non rientrerebbe più fra le opere prioritarie Governo Conte, tanto da non essere inserita fra quelle infrastrutture che prevedono l’imminente nomina dei commissari”. Così in una nota Giuseppe Simeone, capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale del Lazio e presidente della commissione Sanità, politiche sociali, integrazione sociosanitaria e welfare. “Ho presentato un’interrogazione urgente a risposta immediata al presidente Zingaretti e alla sua giunta per chiedere se l’amministrazione regionale crede ancora nella possibilità di realizzare il Corridoio intermodale Roma-Latina e se intenda porre in essere, senza ulteriore indugio, ogni misura ed azione necessaria – dice – per migliorare il sistema viario del Lazio garantendo alla provincia pontina un collegamento più veloce con la Capitale. Solo la scorsa estate il Presidente della Regione Lazio, nel corso di una conferenza stampa con il ministro Paola De Micheli, riguardante la presentazione del piano delle infrastrutture da realizzare nel Lazio e ‘sbloccate’ dal decreto Semplificazioni, aveva affermato che non restava che procedere rapidamente verso le nomine dei commissari per aprire il prima possibile i cantieri. Tutto sembrava ormai pronto per l’accelerazione finale. Ed invece alle parole non hanno fatto seguito i fatti. Ci chiediamo come si possano cambiare le carte in così poco tempo. Lecito chiedersi a questo punto – sottolinea – perché l’amministrazione regionale non interviene? Si vuole fare realmente l’opera oppure no? Il presidente Zingaretti preferisce accettare i diktat dei suoi alleati e rinunciare allo sviluppo del sistema viario della sua regione? Il governatore ha forse deciso di abbandonare la provincia di Latina destinandola all’isolamento infrastrutturale? Venga a dirlo in aula, perché i cittadini che le imprese della provincia di Latina vogliono sapere se possono continuare a lavorare e ad investire nella regione, oppure se devono migrare altrove, magari anche all’estero, perchè per loro non c’è più futuro” conclude.


 

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