Raggi: "A Roma rischio ribellione, ora semplificazione e cantieri"

“Più che paura” la prospettiva che il disagio si trasformi in ribellione a Roma “è un rischio concreto: se noi non portiamo rapidamente aiuti alle fasce sociali più deboli c’è rischio che dilaghino usura e criminalità in genere”. Lo afferma la sindaca di Roma, Virginia Raggi, in un forum con Repubblica.
“Non aumenteremo le tasse ai romani che per ricolmare i debito del passato già pagano il massimo previsto i Italia. Non vado a bussare a soldi al governo anche se avrei bisogno di 700 milioni per coprire le mancate entrate, ma il problema principale sono gli strumenti per i sindaci per aprire immediatamente i cantieri”, afferma Raggi, secondo la quale “bisogna cambiare passo, invertire rotta. Il modello è quello di Genova, che in un anno e mezzo è stata messa in condizione di ricostruire il ponte Morandi, grazie a un decreto ad hoc. Questo ci serve, essere autorizzati a semplificare”. La prima cittadina della capitale non ritiene che la semplificazione possa generare corruzione: “Basiamoci sul passato: abbiamo assistito finora a un’ipertrofia normativa e la corruzione non è diminuita. Da avvocato penso che norme molto complicate creino zone d’ombra. Servono piuttosto regole chiare e controlli ex post. Io amministratore pubblico devo fornire un percorso normativo e dare fiducia alle imprese. Poi ci sono i controlli e se si scopre che l’azienda X non ha rispettato le norme, questa e i suoi componenti per 3 o 5 anni non devono più poter lavorare con la Pa”.
“Chiediamo allo Stato di poter usare i nostri risparmi, a cominciare da quelli accantonati nel fondo crediti di dubbia esigibilità: io per legge non li posso toccare e invece… Stiamo garantendo servizi senza più avere la copertura delle entrate. Allo stesso tempo contiamo sul decreto semplificazione per far riaprire da qui a pochi mesi altri 1000 cantieri a Roma”.
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