Magi (Ordine del Medici): “Il Tar non ha escluso che i medici di famiglia possano andare a casa dei pazienti malati di Covid”

“La sentenza del Tar non stabilisce che i medici di famiglia non possano più andare a casa del paziente. I medici possono tranquillamente continuare a visitare i pazienti a domicilio, come hanno sempre fatto e come stanno ancora facendo, quando possibile. Anzi, come presidente dell’Ordine dei medici di Roma sottolineo che i medici di famiglia, per deontologia, sono tenuti a gestire il paziente anche a casa, indipendentemente dalle sentenze”.
Risponde così il presidente dell’Ordine dei medici di Roma (Omceo Roma), Antonio Magi, interpellato dall’agenzia Dire in merito alla sentenza del Tar del Lazio secondo cui l’affidamento ai medici di medicina generale del compito di assistenza domiciliare ai malati Covid ‘risulta in contrasto con la normativa emergenziale’. La sentenza, ha quindi precisato Magi, riguarda “esclusivamente l’articolo 18 della norma del 17 marzo 2020 che, in virtù dell’emergenza, stabiliva la costituzione delle Usca (Unita’ speciali di continuità assistenziale), che dovevano essere formate da medici della continuità assistenziale, quindi non da medici di famiglia, da specialisti ambulatoriali e da infermieri. Questa norma andava nella direzione di unaagevolazione dell’attività dei medici di famiglia che, oltre a fare le certificazioni, i vaccini e ora anche i tamponi, devono fare le visite domiciliari ai malati non Covid e non hanno il tempo di seguire anche i pazienti Covid. Quindi l’idea era quella di avere unità speciali che, appunto, potessero seguire i pazienti a casa. Ma molti medici di famiglia continuano tranquillamente a seguire i loro pazienti”.
Per creare le Usca, ha ricordato Magi, sono stati investiti “721 milioni di euro, in Italia doveva esserci una Usca ogni 50mila abitanti, mentre ne sono state fatte circa 610″. Ma nel Lazio è stata fatta “una cosa differente”, perché sono state create le Uscar (Unità speciali di continuità assistenziale regionali), che sono ugualmente utili ma fino a dieci/quindici giorni fa svolgevano un lavoro differente”.
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