Guadagno (Roma Capitale): "Il Teatro dell’Opera deve attivarsi in tutta Roma e senza pause"

“Chiediamo al Teatro dell’Opera di non ricorrere più alla Fis per i lavoratori, ripensare la programmazione, senza periodi di interruzione e portando gli spettacoli anche in periferia, e adempiere alla funzione di servizio pubblico legata ai finanziamenti che riceve”. Lo dichiara Eleonora Guadagno (M5S), presidente della Commissione Cultura di Roma Capitale, in relazione alla mozione approvata in Assemblea Capitolina. “Roma Capitale, la Regione e lo Stato – spiega Guadagno – erogano fondi in favore del Costanzi. Il Governo ha previsto che la quota del FUS, il Fondo Unico dello Spettacolo, sia destinata alle fondazioni lirico – sinfoniche in deroga ai criteri generali, con un anticipo del contributo pari all’80 per cento dell’importo riconosciuto per l’anno 2019. Queste misure confermano la vocazione di servizio alla comunità che il Teatro deve adempiere. Con la mozione approvata chiediamo con forza che la programmazione e la gestione vengano adattate a tale principio, rendendo gli spettacoli accessibili a tutti i cittadini, incrementando l’offerta culturale di qualità negli spazi pubblici distribuiti su tutti i Municipi, incluse le aree periferiche e disagiate, anche in virtù dell’art.27 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani secondo cui ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale”. “Occorre – secondo Guadagno – corrispondere i premi di produzione ancora non retribuiti ai lavoratori del Teatro dell’Opera e favorire la ripresa del lavoro, anche in smart-working, senza più stop o ulteriori ricorsi alla Fis, per riprendere subito a fare teatro con costanza e a farlo per tutti”. “Rimangono dei nodi da sciogliere – prosegue la consigliera M5S – e protocolli che chiediamo di definire in fretta: è consentito giocare una partita di calcio con gli inevitabili scontri di gioco ma non il contatto tra artisti e orchestrali. Questa crisi può diventare anche l’occasione per cambiare paradigma, sollecitare al Mibact una modifica permanente del metodo di valutazione delle Fondazioni, che non si può fondarsi sul numero degli spettatori in sala, delle alzate di sipario e dei biglietti venduti. Va considerato che ci troviamo di fronte ad un pubblico impaurito a rimettere piede in teatro e ad una ricaduta della crisi e delle misure anti-contagio sul rapporto costi/ricavi, con minori incassi”, sottolinea Guadagno. “Bisogna chiudere il ciclo della Legge Bray e successive modifiche, e definire la figura giuridica delle fondazioni lirico – sinfoniche, attualmente troppo ambigua ed esposta a varie interpretazioni sul piano giuridico, legislativo e negoziale – rilancia Guadagno -. Sarà necessario promuovere presso il Governo una riforma del welfare di settore inadeguato alla realtà dei lavoratori dello spettacolo e approntare una politica di difesa delle espressioni artistiche e professionali, con particolare attenzione ai corpi di ballo, a prescindere dalle misure eccezionali adottate per far fronte alla crisi dovuta al Covid -19”. “Infine – conclude Guadagno – per ottimizzare i costi /ricavi chiediamo che sia utilizzato al meglio l’immenso patrimonio disponibile fatto di opere di repertorio e allestimenti già di proprietà del teatro”.
Commenti