Casa e reddito, Movimenti in piazza questo sabato

La Roma dei movimenti per la solidarietà e dell’abitare tornano in piazza. Dopo un’assemblea da 120 persone presso l’occupazione di via del Caravaggio, in rappresentanza di spazi e esperienze di volontariato e resistenza si è data appuntamento sabato 31 alle 6 in piazza Indipendenza. “Tu ci chiudi, tu ci paghi” è lo slogan condiviso con le altre piazze in Italia, che a Roma si arricchisce di un elemento di urgenza. “È il momento – scrivono nella convocazione del presidio -. È il momento per chi crede che il Covid-19 sia un nemico comune, pericoloso e assassino. È il momento per chi crede nel personale sanitario che combatte in prima linea difendendo le nostre vite dentro un sistema sanitario martoriato dai tagli. È il momento per chi sta pagando il prezzo più alto dei lockdown mentre i padroni di Amazon, Google e di un pugno di multinazionali vedono i loro profitti impennarsi del 300%. È il momento per chi si è ritrovato senza tutele, senza possibilità e con tanta solitudine intorno. È il momento per chi è precario e precaria, per chi ha perso il lavoro, per chi rischia di perdere la casa, per chi sta perdendo la dignità dovendo chiudere la propria attività – che siano botteghe, piscine e palestre, pub e ristoranti”. È il momento, secondo le realtà di base romane “di chiedere a gran voce di investire sul trasporto pubblico locale, nodo cruciale per battere la pandemia. È il momento per chi crede che cultura, cinema e teatro non siano un lusso ma una forza fondamentale della vita democratica, economica e culturale del paese. È il momento per gli studenti e le studentesse che stanno subendo decisioni dall’alto senza mai essere ascoltati. È il momento per chi non vuole più negazionisti e fascisti in piazza”. Se sono necessari i lockdown e le misure di contenimento, secondo le associazioni “allora devono essere necessarie anche le misure economiche a difesa della popolazione. Vogliamo un reddito universale, vogliamo una patrimoniale che tassi i milionari e le multinazionali, vogliamo che vengano fermati sfratti e sgomberi, vogliamo un investimento nel comparto medico e l’aumento dei posti in terapia intensiva, vogliamo una scuola di qualità su cui si investa, vogliamo sostegno alle attività culturali e sociali del paese”. “Vogliamo curarci senza morire di fame, senza avere paura del futuro o di trovarci senza garanzie di fronte all’incertezza di questi tempi”, concludono.
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