Avvocati amministrativisi e Coronavirus: "Sfruttare la giustizia telematica"

Coronavirus, amministrativisti: sfruttare giustizia telematica
Via le toghe promiscue, meglio tenere i propri abiti e basta. Stop ai preliminari, troppi avvocati nella stessa udienza. Sospese le copie di cortesia, possibile ricettacolo di infezioni. Anche la giustizia amministrativa si adegua all’emergenza Coronavirus con disposizioni più rigide nei Tar delle zone limitrofe alle rosse, ma anche altrove non si scherza. Regole cui si aggiungono soluzioni estemporanee come un paio di file di sedie tra magistrati e avvocati cos da evitare qualsiasi contatto. Disposizioni considerate insufficienti dagli avvocati italiani tanto che l’Organismo congressuale forense ha indetto l’astensione dalle udienze e da tutte le attività giudiziarie per gli avvocati d’Italia.
Rispetto altri tribunali il processo amministrativo, in questa fase di emergenza, ha un vantaggio perché è già integralmente telematico e, se è vero che l’udienza di discussione resta a volte fondamentale, non è necessario sempre tenerla quando risulta essere un ‘doppione’ delle difese scritte.
Così l’Unione nazionale avvocati amministrativisti (Unaa), che rappresenta oltre tremila professionisti attivi nel settore e con sedi in tutte le Regioni italiane, propone di fare di necessità virtù. “Evitiamo spostamenti inutili e di ingolfare i tribunali se la causa può essere mandata in decisione sulle difese scritte. Basta inviare una dichiarazione in via telematica; per la spedizione delle cause in decisione tramite messaggi telematici sarebbe sufficiente la copertura di un decreto legge del governo”, spiega il presidente della Unaa, Mario Sanino, che lunedì avrà un incontro con il Presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi sulle opportune iniziative da intraprendere.
Daniela Anselmi, presidente dell’Associazione avvocati amministrativisti liguri e vicepresidente dell’Unaa, suggerisce anche di chiedere “la sospensione del deposito delle copie di cortesia , già disposto dal Tar Lombardia e Veneto, su tutto il territorio nazionale. Non ha senso mandarle per posta, come è stato richiesto dagli altri Tar, al fine di evitare che gli avvocati accedano agli Uffici Giudiziari. Le copie arrivano peraltro in ritardo per le udienze e poi c’è sempre un contatto umano in quanto è un postino che le porta. Se servono ai magistrati, la cancelleria può procedere alle fotocopie”.
“Promuoviamo infine l’udienza telematica, soprattutto se l’emergenza sanitaria non sarà di immediata soluzione. Si può fare anche tramite Skype o comunque con altre modalità similari – prosegue Anselmi alle prese in questi giorni con le novità imposte dalla diffusione del Coronavirus – Di recente nelle linee guida sottoscritte tra il ministero di Giustizia e il Cnf – ricorda – è previsto il ricorso a tale modalità per le udienze civili. Facciamolo anche per la Giustizia Amministrativa. Chiediamo l’inserimento di una norma nel Dl sul coronavirus o venga stipulato un accordo similare a quello tra la Presidenza del Consiglio dei ministri, gli organi rappresentativi della Giustizia Amministrativa, il Cnf e le Associazioni specialistiche degli Avvocati Amministrativisti. In conclusione facciamo di necessità virtù ed utilizziamo la tecnologia a 360 gradi per garantire contestualmente prevenzione, tutela dei diritti ed efficienza. Dimostriamo che l’Italia non è il paese della pizza al coronavirus ma è un modello da esportare ed imitare”.
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