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  • giovedì 10 luglio 2025

Vola il prezzo del petrolio dopo l’attacco ai depositi ed agli impianti Sauditi. Perdite superiori alla crisi legata all’invasione irachena del Kuwait ed alla rivoluzione iraniana del 1979

La perdita di produzione per l’attacco agli impianti di Saudi Aramco, in Arabia Saudita, rappresenta il più grande danno determinato da un singolo evento per i mercati petroliferi, con un crollo epocale per la produzione, l’immagazzinamento e le scorte. A darne notizia è Bloomberg, che valuta la perdita, con le sue informazioni sul territorio, a  5,7 milioni di barili al giorno, il 5% della produzione mondiale. Per aver un quadro completo su quanto accaduto, parliamo di un collasso produttivo superiore a quello nel 1979 con la rivoluzione iraniana e nel 1990 con l’invasione del Kuwait. Intanto Teheran respinge le accuse Usa: ’sono infondate, con l’attacco non c’entriamo’. Il petrolio avanza e le borse aprono in calo, ma volano i titoli del greggio. Il Brent ha toccato i massimi dalla guerra del Golfo del 1991, e il future sul Brent sale di oltre il 10% a 66,55 dollari al barile, dopo aver guadagnato fino al 19,5% a 71,75 dollari, sui livelli di gennaio 1991. Il future sul Wti balza in avanti del 9,25% a 59,86 dollari al barile, dopo aver segnato un +15,5%, il suo maggior aumento giornaliero dal 22 giugno 1998. L’Arabia Saudita è il maggiore esportatore mondiale di petrolio e gli attacchi nel fine settimana contro due strutture strategiche, hanno ridotto la produzione di 5,7 milioni barili al giorno, quasi la metà della produzione del Paese, ovvero l’equivalente del 5% del consumo giornaliero mondiale, rappresentando così il più grande danno determinato da un singolo evento per i mercati petroliferi. La perdita è infatti superiore ai 5,6 milioni persi nel 1979 con la rivoluzione iraniana e dei 4,3 milioni di barili persi nel 1990 quando l’Iraq di Saddam Hussein invase il Kuwait e nel 1973 in occasione della guerra del Kippur tra Israele e Paesi arabi. Nel clima di tensione che si è creato, la Cina ha invitato alla moderazione Stati Uniti e Iran, che "respinge categoricamente" le accuse americane di coinvolgimento negli attacchi, ch sono stati rvivendicati in alcuni video diffusi in rete dai ribelli yemeniti alleati della Repubblica islamica d’Iran. La portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha definito "non molto responsabile" accusare altri "in assenza di un’indagine o verdetto definitivo. "La posizione della Cina - ha dichiarato Hua in conferenza stampa - è che ci opponiamo ad ogni azione che possa ampliare e intensificare il conflitto".


 

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