• Quotidiano di informazione
  • lunedì 19 maggio 2025

Speciale Sanità & Salute

Hiv ai tempi del silenzio: ecco un podcast “per alzare la voce”


 


 


 Il silenzio è come la nebbia, nasconde alla vista ma non elimina gli ostacoli. E allora, a fare da guida, c’è solo la voce di chi ha percorso quella strada prima di te. È così anche per l’HIV che si nasconde alla vista e alle coscienze grazie all’indifferenza e al pregiudizio. Ma, per infrangere il silenzio servono le parole. Quelle di chi sa davvero essere una guida nella nebbia. Quelle di chi questi 30 anni di Aids li ha vissuti. Si chiama “Hiv ai tempi del silenzio” ed è un Podcast in 3 puntate voluto dalle Associazioni NADIR, NPS e PLUS e da MSD Italia, con la supervisione scientifica della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT. Ricordi, esperienze ma soprattutto emozioni, direttamente dai protagonisti. Voci guidate da una voce, quella straordinaria di Pino Insegno, che racconta e accompagna. Le puntate si possono ascoltare o scaricare sul sito www.hivaitempidelsilenzio.it. 


“Sono 30 anni che combattiamo il virus, sempre con la stessa determinazione. E gli importanti successi raggiunti grazie alle terapie innovative ci danno la forza e l’entusiasmo di guardare al futuro con ottimismo. Vogliamo sconfiggere il virus, sogniamo una generazione libera dall’HIV e sappiamo che, perché questo diventi possibile, è importante non abbassare la guardia sulla prevenzione, insistere sull’importanza dei test e sull’inizio più precoce possibile della terapia. Ma soprattutto, per sconfiggere l’HIV bisogna parlarne, bisogna conoscerlo. Ecco perché, con grande orgoglio, sosteniamo un progetto innovativo come questo Podcast, perché è con le parole, quelle giuste, che si cancella l’indifferenza, si infrangono i pregiudizi, si aiuta a combattere la malattia”, dice Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato di MSD Italia. 


“Hiv ai tempi del silenzio” è un racconto lungo 30 anni ma non è la storia del virus. Racconta le emozioni di ieri e quelle di oggi, racconta come era vivere da sieropositivo quando la diagnosi era una condanna a morte e come sia possibile adesso, grazie alle terapie, amare, invecchiare, vivere. Le voci sono quelle di un medico, Massimo Galli dell’Università di Milano e quelle dei protagonisti delle Associazioni. Un viaggio per raccontare ai ragazzi di oggi, le emozioni di ieri. Per spiegare come la conoscenza sia l’unica arma per evitare il contagio, per curarsi al meglio, per combattere lo stigma. Perché se c’è una cosa in questi 30 anni che non è mai passata di moda è il pregiudizio. 


“Chi, come me, ha vissuto da medico, ma anche da volontario attivo nelle associazioni, tutta la storia dell’AIDS, sa bene che molti fatti e concetti riguardanti HIV non sono affatto scontati nella testa delle persone – spiega Massimo Galli professore ordinario di Malattie Infettive all’Università di Milano e Past President della SIMIT – quando un tema perde attenzione, tende ad essere relegato nell’ambito dei rumori di fondo, delle cose che interessano sempre meno e si conoscono sempre peggio. Non stupisce che un argomento reso crepuscolare come HIV/AIDS sia sparito dall’orizzonte di molti. Le persone più giovani che appartengono alle cosiddette popolazioni chiave, quelle dove la possibilità di infettarsi è più elevata, non hanno visto direttamente la morte e la sofferenza che la malattia è in grado di causare. E spesso il ‘tanto caso mai c’è la cura’ può diventare fuorviante, portandole a usare minor attenzione nei rapporti. È invece importante tornare a parlare di HIV in tutta la sua attualità di infezione ancora in grado di essere trasmessa, in Italia, ad almeno sette persone ogni giorno. Prevenzione, informazione, rimozione dello stigma. Credo ce ne sia d’avanzo per sottolineare l’importanza di un podcast come ‘Hiv ai tempi del silenzio’”. 


 


 


Influenza, 642mila italiani già colpiti: il virus è in anticipo


 


 


Sono 642mila i cittadini costretti a letto a causa dell’influenza dall’inizio della sorveglianza epidemiologica. Il virus è in anticipo, nello stesso periodo dello scorso anno infatti aveva colpito 505mila persone. Nell’ultima settimana di rilevazione (18-24 novembre) i nuovi casi ammontano a 167.000. Il livello di incidenza del virus in Italia è pari a 2,76 casi per mille assistiti. Le regioni più colpite sono Sicilia (4,16), Lombardia (4,39), Piemonte (4,11), Toscana (3,10) ed Emilia-Romagna (3,07). In totale potrebbero essere oltre 7 milioni gli italiani colpiti dall’influenza nel corso dell’interna stagione 2019-2020. 


E’ quanto emerge dal 36° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), in corso a Firenze, con la partecipazione di oltre 3.000 camici bianchi da tutta la Penisola. “La nostra società scientifica, grazie ai medici sentinella distribuiti su tutto il territorio e a un’esperienza ventennale, è asse portante di questo sistema di rilevazione – spiega Claudio Cricelli, presidente Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) -. La campagna di vaccinazione anti influenzale sta andando bene, anche se è iniziata un po’ in ritardo. A differenza dello scorso anno, non abbiamo registrato criticità nella distribuzione delle scorte di vaccini e la copertura si preannuncia buona. Non è mai troppo tardi per ricorrere a questo fondamentale strumento di profilassi. Il vaccino è ben tollerato, efficace e sicuro. Sta continuando l’ascesa della curva epidemica, la situazione è sotto controllo e il sistema assistenziale riesce ad assorbire i carichi di lavoro: quest’anno infatti in tutto il territorio si è avuto un incremento della domanda e dell’offerta del vaccino antiinfluenzale, che fa ben sperare sui numeri positivi di copertura vaccinale in tutte le persone a rischio”. 


Con il Piano Nazionale Prevenzione 2017-2019, il Ministero della Salute ha confermato la volontà e necessità di raggiungere un obiettivo di copertura minimo pari al 75% e uno ottimale del 95% per la vaccinazione antinfluenzale, da raggiungere in tutte le categorie a rischio individuate dal Piano. Nella stagione 2018-1019, però, i livelli di copertura del vaccino antinfluenzale tra le diverse fasce d’età, comprese le categorie più a rischio, hanno evidenziato percentuali ancora lontane dagli obiettivi fissati nel piano. I bambini al di sotto dei 5 anni, per esempio, mostrano livelli tra l’1,7% e il 3,1%, mentre fra gli over 65 il livello di copertura è pari al 53,1%. 


 


 


Salute, 40% pazienti reumatologici rinuncia al lavoro a causa dolore


 


 


 Le malattie reumatologiche più gravi hanno un forte impatto sulla vita dei pazienti italiani. Uno su cinque lamenta un dolore estremo e il 40% è costretto a rinunciare al lavoro e un altro 30% è costretto a ridurlo. Più di un terzo dei malati presenta, oltre a quella reumatologica, due o più patologie che ne aggravano il quadro clinico complessivo. Il 43% ha avuto problemi nell’accedere ad una visita con lo specialista e ben il 37% ha dovuto spostarsi in un’altra Regione per effettuarla. L’80% è costretto a ricorrere a visite private per soddisfare i propri bisogni sanitari. Sono questi alcuni dati contenuti nel Rapporto “Qualità della Vita e Workability: il punto di vista del paziente affetto da malattie reumatologiche” condotto da ANMAR Onlus (Associazione Nazionale Malati Reumatici) e patrocinato dalla Società Italiana di Reumatologia (SIR). L’indagine è stata condotta su 639 pazienti colpiti da artrite reumatoide, artrite psoriasica, spondiloartropatie sieronegative, sclerodermia, sindrome di Sjogren e morbo di Still. 


Il documento è stato presentato oggi a Rimini al 56° Congresso Nazionale della SIR che vede riuniti fino a sabato oltre 2.000 medici da tutta la Penisola. 


“I pazienti reumatologici vivono difficoltà oggettive alle quali non sempre il sistema sanitario nazionale riesce a garantire risposte efficaci e soddisfacenti – afferma Luigi Sinigaglia, Presidente Nazionale SIR -. Il 33%, per esempio, vorrebbe tempi d’attesa più brevi per le visite mediche, gli esami diagnostici o gli interventi terapeutici. Preoccupano soprattutto i ritardi con i quali le patologie vengono individuate correttamente. Solo il 18% ha ricevuto una diagnosi entro tre mesi dalla comparsa evidente della malattia. E’ una situazione che gli specialisti denunciamo da anni e per la quale chiediamo un intervento immediato delle istituzioni locali e nazionali. Molti di questi problemi potrebbero essere risolti grazie all’attivazione delle reti reumatologiche regionali in tutta la Penisola”. “Attualmente in Italia sono realmente attive solo alcune reti regionali – commenta Roberto Gerli, Presidente Eletto SIR -. Altre invece sono state solo progettate ma non messe nelle condizioni di funzionare a pieno regime. Dobbiamo riuscire a garantire percorsi diagnostico-terapeutici virtuosi per tutti i malati reumatologici, porre fine alle differenze a livello territoriale e ridurre così le migrazioni verso altre Regioni”. 


“Attraverso queste strutture sanitarie è possibile ottenere una reale integrazione tra l’assistenza territoriale e quella offerta nei centri di riferimento reumatologici specializzati – aggiunge Guido Valesini, Vice Presidente SIR -. L’altro obiettivo fondamentale che potremmo raggiungere è un’ottimizzazione delle risorse economiche e professionali disponibili”. 


 


 


 


Salute, tre cittadini su quattro si rivolgono a farmacia di fiducia


 


Tre quarti dei cittadini hanno una propria farmacia di fiducia dove sono soliti recarsi; parimenti elevata (73%) è la percentuale di coloro che sono a conoscenza che da alcuni anni ormai le farmacie sono abilitate ad erogare nuovi servizi per i cittadini; considerevole è anche la popolazione (65% del campione) che percepisce la figura del farmacista come un professionista dispensatore di consigli importanti per la propria salute. E’ questo il quadro che emerge dall’indagine condotta da Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma e con il contributo non condizionato di Teva, presentato oggi a Roma e che ha riguardato il 10% delle farmacie presenti sul territorio. 


Il Rapporto, al quale hanno contribuito 1915 farmacie, evidenzia una serie di barriere che ancora ostacola il pieno passaggio dalla farmacia “di fiducia” alla farmacia “dei servizi”, tra cui: un limitato coinvolgimento delle farmacie (27%) in campagne di prevenzione e screening promosse dalle istituzioni; lo scarso coinvolgimento delle farmacie (solo il 20%) nel processo di attuazione del Fascicolo Sanitario Elettronico; una insufficiente condivisione, ai fini del supporto all’aderenza terapeutica, dei dati telematici tra il gestionale della farmacia e i sistemi informativi sia del Ministero della Salute/AIFA (34%), sia soprattutto dei MMG (solo il 12% delle farmacie risulta interconnesso con i medici di famiglia); la necessità di rafforzare dialogo e collaborazione a livello locale con le realtà dell’associazionismo civico impegnate nella tutela della salute come bene comune. 


“L’essere destinataria di tanta fiducia è un ottimo presupposto per poter giungere compiutamente a quella farmacia dei servizi verso cui, con il tanto atteso accordo in seno alla Conferenza Stato-Regioni, si è finalmente tracciata la strada per passare da sperimentazioni regionali e locali ad una messa a regime su base nazionale. Inoltre, la Farmacia rappresenta un importante presidio di salute nelle aree interne del Paese, un importante strumento da utilizzare nelle strategie e azioni contro le disuguaglianze nella salute”, ha detto Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva. E per Marco Cossolo, Presidente Federfarma, “questo secondo Rapporto conferma che le farmacie stanno potenziando la prevenzione e il monitoraggio della terapia dei pazienti e che i cittadini hanno nella farmacia e nel farmacista una enorme fiducia. Dalla analisi emerge anche che manca ancora un impegno strutturato della parte pubblica e che lo sviluppo della farmacia viaggia in modo disomogeneo sul territorio. La sperimentazione della Farmacia dei Servizi – le cui linee guida sono state recentemente approvate dalla Conferenza Stato Regioni e per la quale è già previsto un finanziamento – può essere il punto di svolta per invertire questa tendenza” .


 

 Commenti

La tua email non verrà pubblicata. Campi richiesti:

Informativa sull'uso dei Cookies

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. OK