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  • mercoledì 30 aprile 2025

Speciale ambiente e cambiamenti climatici

Clima, Copernicus: il 2019 è stato il 2° anno più caldo di sempre, temperature record negli ultimi 5 anni


 


Copernicus Climate Change Service (C3S) svela che il 2019 è stato il quinto di una serie di anni eccezionalmente caldi e il secondo anno più caldo mai registrato a livello globale. Contemporaneamente, per l’Europa è stato l’anno più caldo mai registrato. Inoltre, in collaborazione con Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), C3S rivela che i livelli di concentrazioni di CO2 nell’atmosfera hanno continuato ad aumentare. I dati da loro comunicati forniscono il primo quadro completo e globale delle temperature del 2019 e dei livelli di concentrazioni di CO2. I risultati sono in linea con le precedenti proiezioni di OMM e di Global Carbon Project (GCP) per il 2019. Infatti, OMM ha stimato che il 2019 sarebbe stato probabilmente il secondo o terzo anno più caldo registrato e sia OMM sia GCP hanno mostrato che le concentrazioni atmosferiche di CO2 sono in continuo aumento.


C3S e CAMS sono entrambi implementati dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio per conto dell’Unione europea. I servizi forniscono dati di qualità garantiti sulle temperature 2019 e sui livelli di CO2, tra le molte altre variabili climatiche. Questo aiuta i policy maker, le organizzazioni e gli individui a fare scelte consapevoli sulla mitigazione dei cambiamenti climatici e sulla qualità dell’aria che respiriamo.


 dati mostrano inoltre che:



  • Gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi mai registrati, il 2019 è il secondo anno più caldo di sempre e il periodo dal 2010-2019 ha registrato temperature da record

  • Il 2019 ha registrato temperature superiori alla media del periodo 1981-2010 di 0,6 gradi centigradi

  • La temperatura media degli ultimi 5 anni è stata maggiore di 1,1 e 1,2 gradi centigradi rispetto al livello preindustriale definito dall’IPCC

  • L’Europa ha vissuto il suo anno solare più caldo, di poco superiore al 2014, 2015 e 2018


Inoltre, secondo le misurazioni satellitari delle concentrazioni globali di CO2 atmosferica:



  • Nel 2019 la CO2 ha continuato a crescere, con a 2,3± 0.8 ppm


Il riscaldamento più importante rispetto alla media del 1981-2010 si è verificato in Alaska e in altre vaste parti dell’Artico. La maggior parte delle aree terrestri sono state più calde della media, in particolare in Europa orientale e meridionale, Africa meridionale e Australia. Al contrario, il Canada centrale e sudorientale ha registrato temperature medie annue inferiori alla media.


In Europa tutte le stagioni sono state più calde della media, in particolare l’estate e l’autunno sono al quarto posto tra i mesi più caldi mai registrati. Nessuna delle stagioni è stata da record in termini di temperatura media, ma l’Europa ha comunque vissuto il suo anno solare più caldo mai registrato, di poco superiore al 2014, 2015 e 2018. Un’analisi più dettagliata del clima in Europa sarà presentata da Copernicus nel suo Rapporto sullo stato europeo del clima 2019, che verrà pubblicato in aprile.


Il 2019 è stato un altro anno eccezionalmente caldo, il secondo più caldo a livello globale nel nostro set di dati. Anche i singoli mesi hanno registrato temperature da record“, afferma Carlo Buontempo, responsabile di Copernicus Climate Change Service (C3S). “Il set di dati sulla temperatura C3S per il 2019 è il primo completo che comprende le anomalie annuali e campi mediati a livello globale. È stato possibile crearlo perché siamo un programma operativo, che tratta milioni di osservazioni terrestri, marine, aeree e satellitari ogni giorno. Un modello computerizzato all’avanguardia viene utilizzato per raccogliere tutte queste osservazioni, in modo simile a come vengono effettuate le previsioni meteorologiche.”


Il direttore di ECMWF Copernicus, Jean-Noàl Thépaut, commenta: “Gli ultimi cinque anni hanno registrato temperature da record e l’ultimo decennio è stato il più caldo mai registrato: questi sono indiscutibilmente segnali allarmanti. Vedere uno o più mesi molto più caldi del recente periodo di riferimento è senza dubbio sconcertante, ma non rappresenta in quanto tale una tendenza climatica, poiché le deviazioni di temperatura mensili variano e alcune regioni possono mostrare condizioni medie inferiori per un certo periodo di tempo. Produciamo dati con una copertura globale completa della temperatura ogni giorno e pubblichiamo report mensili e annuali basati su questo set di dati che attualmente risale al 1979. Per determinare le possibili tendenze a lungo termine legate al cambiamento climatico, le osservazioni risalenti a un lungo periodo nel passato sono inestimabili. Pertanto, confrontiamo anche i nostri dati con i dati climatici che risalgono all’era preindustriale per accertare che si trattino di tendenze climatiche a lungo termine.”


Sfruttando i vantaggi della rianalisi


Per produrre dati di qualità, C3S e CAMS utilizzano la rianalisi, un metodo scientifico che mira a stimare le condizioni meteorologiche e la composizione atmosferica ogni giorno nel corso di un decennio nel modo più accurato possibile, sulla base di una moltitudine di osservazioni.


Queste osservazioni provengono da una varietà di piattaforme o strumenti, dalle stazioni ai palloncini meteorologici fino ai satelliti. Presi da soli, forniscono una visione incompleta dell’atmosfera, che è ad esempio dovuta al fatto che ogni tipo di osservazione misura solo un certo aspetto del tempo o della composizione atmosferica, come la temperatura, il vento o l’umidità ecc. Inoltre, le osservazioni sono distribuite in modo non uniforme in tutto il mondo e il loro numero tende a diminuire man mano che torniamo indietro nel tempo.


Il processo di rianalisi combina quindi tutte le osservazioni distinte disponibili in un dato giorno e crea un quadro 3D completo delle condizioni in tutto il mondo, per ogni ora del giorno. Una volta cucite insieme, queste immagini delle condizioni meteorologiche globali e della composizione atmosferica forniscono una registrazione storica completa del clima della Terra che può essere utilizzata per monitorare la velocità in cui sta cambiando.


Le concentrazioni di CO2 continuano ad aumentare


L’analisi dei dati satellitari indica che le concentrazioni di biossido di carbonio hanno continuato ad aumentare negli ultimi anni, anche nel 2019. Le concentrazioni di CO2 derivate dal satellite sono rappresentative del rapporto di miscelazione di CO2 mediato a colonna, indicato anche come XCO2. Si tratta di una combinazione di due set di dati generati da C3S e CAMS.


Il tasso di crescita XCO2 medio stimato per il 2019 è di 2,3 a 0,8 ppm/anno. Questo è più elevato del tasso di crescita nel 2018, che era di 2,1 x 0,5 ppm/anno, ma inferiore al 2,9 x 0,3 ppm/anno registrato nel 2015. Il 2015 è stato influenzato dall’effetto del El Niào, che ha portato a un tasso di crescita atmosferica più elevato a causa di un assorbimento di CO2 atmosferica più debole della media da parte della vegetazione terrestre e delle grandi emissioni di CO2 provocate dai numerosi incendi, come ad esempio in Indonesia.


Monitoraggio regolare del clima


Ogni anno, C3S fornisce una panoramica dettagliata sul clima del nostro continente nel Rapporto sullo stato del clima europeo. Nel report verranno analizzate variabili ed eventi climatici specifici dell’anno precedente. Lo Stato europeo del clima 2019 sarà presentato nella primavera del 2020.


Oltre ai valori annuali della temperatura, C3S pubblica regolarmente bollettini sul clima all’inizio di ogni mese, riportando le anomalie osservate nella temperatura globale dell’aria di superficie, nella copertura del ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche. L’ultimo bollettino climatico relativo al mese di dicembre è ora disponibile con i dati relativi alle temperature dell’aria in superficie.


Temperatura dell’aria in superficie dicembre 2019:



  • Le temperature globali sono state alla pari di dicembre 2015, che sono stati quindi i due mesi di dicembre più caldi mai registrati.

  • Dicembre 2019 è stato più caldo di 0,7 gradi centigradi rispetto alla media del periodo da 1981-2010.

  • La temperatura media in Europa è stata di 3,2 gradi centigradi più elevata rispetto a quella del periodo di riferimento standard (1981-2010). Per i paesi europei è stato il dicembre più caldo registrato.


 


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Rapporto Cnr: “Con il 2019 si chiude il decennio più caldo di sempre”


 Con il 2019 si chiude il decennio più caldo di sempre. Michele Brunetti, responsabile della Banca dati di climatologia storica dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Bologna ha esaminato i dati ed è arrivato a questa conclusione.


In particolare, con il secondo dicembre più caldo dal 1800 ad oggi per l’Italia (+1.9 gradi di anomalia rispetto alla media del periodo di riferimento 1981-2010) il 2019 chiude con un’anomalia di +0.96 gradi sopra media, risultando il quarto anno più caldo per il nostro Paese dal 1800 ad oggi, preceduto dal 2014 e 2015 (+1 grado sopra media) e dal 2018 (l’anno più caldo con un’anomalia di +1.17 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento 1981-2010).


Con Dicembre sono 8 i mesi del 2019 che rientrano nella ‘top 10’ delle rispettive classifiche mensili: marzo (nono più caldo, +1.48 gradi), Giugno (secondo più caldo, +2.57), luglio (settimo più caldo, +1.29 gradi), agosto (sesto più caldo, +1.42 gradi), settembre (decimo più caldo, +1.27 gradi), ottobre (quarto più caldo, +1.56 gradi), novembre (decimo più caldo, +1.33 gradi).


Con il 2019 si chiude anche il secondo decennio del nuovo millennio, risultando il più caldo da quando abbiamo osservazioni disponibili per l’Italia. “Analogamente a quanto è accaduto a scala globale, anche per l’Italia – sottolinea il responsabile della Banca dati di climatologia storica – ognuno degli ultimi quattro decenni è risultato essere più caldo del decennio precedente, evidenziando un persistente segnale verso un continuo incremento delle temperature: dal 1980 ad oggi la temperature in Italia è cresciuta mediamente di 0.45 gradi ogni decennio”.


 

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