Siria, torna in campo lo Stato Islamico, i curdi finiscono tra due fuochi

I curdi sono finiti tra due fuochi, oltre agli attacchi dell’esercito e dell’aviazione turca, iniziati nella giornata di mercoledì, ora sono costretti anche a difendersi da una prima offensiva scatenata dallo stato islamico, che dalla possibilità di una invasione turca, hanno ripreso ossigeno. Nell’area, si stima, che ci sarebbero almeno diecimila militanti legati all’Isis e proprio alcune cellule sono tornate a combattere. Miliziani affiliati all’Isis, infatti, hanno attaccato nelle ultime ore forze curdo-siriane nella zona di confine con la Turchia dove è in corso l’offensiva turca. A darne notizia fonti curdo-siriane vicine all’amministrazione autonoma curda del nord-est siriano. Secondo le fonti, gli scontri sono in corso a sud di Ras al Ayn. La Turchia, intanto, attacca i curdi nel nord-est della Siria: i jet F-16 di Ankara hanno dato ufficialmente il via all’operazione ribattezzata "fonte di pace" bombardando obiettivi delle milizie Ypg a Ras al-Ayn, seguiti poco dopo dai colpi d’artiglieria su Tal Abyad. Raid che, secondo i curdi, hanno già provocato la morte di diversi "civili". Le truppe della Turchia hanno poi oltrepassato il confine, dando il via all’offensiva di terra. Ma le forze democratiche siriane guidate dai curdi affermano di aver respinto l’offensiva di terra turca sul confine settentrionale della Siria. "L’attacco a terra da parte delle forze turche è stato respinto dai nostri combattenti nella regione di Tal Abyad", ha dichiarato il portavoce dell’Fds, Mustefa Bali, su Twitter. Il governo di Erdogan non ha indicato, al momento, il numero dei combattenti mandati oltre frontiera. Ma al confine le forze di terra erano già ammassate con decine di blindati, almeno 5mila soldati delle forze speciali d’assalto, che possono contare su 18mila combattenti arabi e turcomanni dell’esercito siriano libero cooptati da Ankara.
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