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  • martedì 6 maggio 2025

Siria, la Turchia conta le prime vittime. Morto un soldato

 


La Turchia conta la prima vittima della sua invasione in Siria Un primo soldato ha perso la vita nel corso dell’offensiva turca nel nord della Siria, l’ufficialità è arrivata con una nota del ministero della Difesa di Ankara. Il militare sarebbe rimasto ucciso nel corso dei combattimenti tra l’esercito e le milizie curdosiriane delle Unità di protezione del popolo (Ypg). “Un nostro fratello d’armi è morto da martire giovedì 10 ottobre nel corso di uno scontro con i terroristi del Ypg nella zona dell’operazione Fonte di pace”, ha affermato il minsitero in una nota. Nelle prossime ore a Istanbul il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, incontrerà il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, la Turchia è parte integrante dell’Alleanza Atlantica. In una intervista al Corriere della Sera, Stoltenberg ha detto: “Quanto succede in Siria dimostra ancora una volta la necessità di una soluzione politica”.


“Riconoscerò che la Turchia è l’alleato contro il quale è stato compiuto il numero più alto di attacchi terroristici, che ha alcune legittime preoccupazioni di sicurezza. Ma allo stesso tempo darò risalto all’importanza del contenersi e di evitare perdite civili”, ha detto Stoltenberg a proposito dell’incontro e dell’offensiva turca nel Nord della Siria.


Il segretario generale della Nato ha auspicato inoltre che “le tensioni aumentate in Siria non facciano tornare liberi i foreign fighter, combattenti stranieri, adesso prigionieri”, “va evitato che con le tensioni nel Nord della Siria tornino in libertà. Parliamo di migliaia di combattenti colpevoli di tremende violenze contro gente innocente”.


“Nel 2014 tutti gli alleati erano preoccupati perché Daesh (Isis) controllava un territorio grande come il Regno Unito.


Poi abbiamo formato una coalizione che comprende Stati Uniti e Turchia. Forze sul terreno hanno portato progressi enormi. La lotta a Daesh non è finita, anche se ha ottenuto il buon risultato di privarlo del dominio su terre”.


E a proposito dei combattenti curdi e del “tradimento” degli Usa, Stoltenberg ha aggiunto: “In Siria la Nato non è sul terreno. Lo sono alleati della Nato, non noi. È pubblico, si legge sui giornali, che esistono differenze tra varie nazioni su come trattare la situazione nel Nord della Siria. Per me sottolinea l’importanza del contenersi e appoggiare un progetto politico”.


 


 


 

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