Sanità, Lazio: gara Recup e contenzioso INPS-ACAPO , Durc negativo alla coop ex Capodarco
Il Consiglio di Stato nega la sentenza del tribunale civile di Roma del 14 febbraio scorso e dichiara legittimo il Durc negativo emesso da Inps alla Cooperativa sociale aCapo (già Cooperativa Capodarco). Con la sentenza, emessa dal Consiglio di Stato il 9 aprile scorso, si nega inoltre alla cooperativa l’aggiudicazione della gara Recup del Lazio, che aCapo gestiva dal 2004. Si riapre così, inaspettatamente, per aCapo una vicenda paradossale che da anni sta mettendo in difficoltà una cooperativa di più di 1.100 dipendenti, fornitrice di importanti servizi alla PA, per una somma 3.284 euro non dovuta e una controversia legata ad un codice fiscale. Una situazione che può portare all’esclusione di aCapo da commesse pubbliche per 145 milioni di euro (di cui 57 milioni già aggiudicati) e ora dalla sua commessa pubblica più importante. aCapo si è vista incredibilmente negare dal Consiglio di Stato l’aggiudicazione della gara Recup. La sentenza del Giudice Amministrativo lascia dubbi molto profondi poiché disconosce nei fatti la portata dirimente della pronuncia del giudice del lavoro che aveva già riconosciuto la totale correttezza di aCapo nei confronti dell’Inps. Non si è fatta attendere la dichiarazione del presidente della aCapo, Roberta Ciancarelli: “Una pronuncia che lascia sgomenti. Anche alla luce della precedente decisione del Consiglio di Stato che aveva accolto la richiesta di aCapo di sospendere la procedura posto che la stessa appariva vistosamente viziata. aCapo continua ad essere ingiustamente al centro di un vortice a dir poco incomprensibile che l’ha vista oggetto di una pluralità di esclusioni da procedure di gara aggiudicatele. Tuttavia non ci diamo per vinti e proseguiremo nella nostra battaglia convinti della correttezza e della trasparenza del nostro operato”. Di pari avviso le considerazioni degli avvocati Matteo Valente e Marco Orlando dello Studio AOR Avvocati di Roma che ha curato l’appello per la aCapo. Per l’avvocato Valente: “Vedere disattese dal Consiglio di Stato le ragioni della cooperativa appare poco coerente con quanto pochi mesi fa lo stesso Giudice Amministrativo aveva affermato e soprattutto con quanto statuito dal Giudice del lavoro che solo poche settimane fa aveva dichiarato illegittimo proprio lo stesso Durc. La pronuncia di ieri merita di essere impugnata sia innanzi la Corte di Cassazione sia con il giudizio di revocazione innanzi lo stesso Consiglio di Stato”. “Entrando nel merito della sentenza - prosegue l’avvocato Orlando – possiamo solo dire che l’impianto giuridico del Consiglio di Stato non è sostenibile soprattutto in merito ad un aspetto, quale quello del Durc, che è assai rilevante per le imprese che prendono parte alle procedure di gara. La vicenda di aCapo ci insegna che un’impresa che ha sempre regolarmente rispettato i propri doveri nei confronti dell’INPS e dei propri lavoratori non dovrebbe rischiare l’esclusione per inezie che nulla hanno a che fare con i versamenti dei contributi”. Interviene anche il professore e avvocato Adalberto Perulli, ordinario di Diritto del Lavoro e della Previdenza Sociale, che ha assistito aCapo nel contenzioso giuslavoristico: “La sentenza resa dal Consiglio di Stato non può essere assolutamente condivisa. È evidente come il Giudice amministrativo abbia errato nel valutare la legittimità del Durc, non essendo il Consiglio di Stato competente ad accertare la regolarità contributiva; il Giudice amministrativo avrebbe dovuto prendere atto della sentenza del Tribunale di Roma – Sezione Lavoro che ha riconosciuto la regolarità contributiva di aCapo ed ha dichiarato illegittimi i Durc negativi emessi dall’Inps. Si tratta quindi di una decisione con cui il Consiglio di Stato è andato oltre i limiti della propria giurisdizione e, per questo motivo, la sentenza verrà impugnata avanti la Suprema Corte di Cassazione”.
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