Rsa, due mesi di vittime innocenti. I morti sarebbero tra 6 e settemila

“Dal 1 febbraio al 15 aprile si sono contati fra i 6mila e i 7mila decessi nelle strutture Rsa di ricovero per anziani. Di questi una minoranza, neanche un migliaio, presentavano un tampone positivo. Ma oltre il 40% del totale dei deceduti aveva sintomi influenzali riconducibili” al Coronavirus “o tampone positivo”. Lo ha detto il direttore del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento dell’Istituto superiore di Sanita’, Graziano Onder, durante la conferenza stampa all’ISS sull’analisi dell’andamento epidemiologico e di aggiornamento tecnico-scientifico del Covid-19.
“E’ una criticità non solo italiana – ha spiegato -, legata al fatto che i residenti in queste strutture spesso hanno una fragilità, una vulnerabilità che predispone agli effetti più negativi dell’infezione”.
I dati della survey dell’Iss si riferiscono, ha precisato Onder, alle risposte giunte dal 33% del totale delle strutture: per una popolazione di oltre 80mila residenti nelle Rsa, con una maggiore rappresentatività nel nord Italia.
“Non siamo realmente in grado di distinguere quanti di questi decessi siano legati all’influenza o effettivamente in connessione con il Covid” ha aggiunto Onder, spiegando che “gran parte dei decessi sono avvenuti nella seconda metà di marzo, in corrispondenza con il picco dell’infezione nel nostro Paese” e che “un numero sotanziale di residenti in questi mesi di osservazione è stato ospedalizzato”.
Numerose le criticità riscontrate dalla survey dell’Iss. Delle 547 strutture che hanno risposto alla domanda sulle criticità, 470 (85.9%) hanno riportato la mancanza di Dispositivi di Protezione Individuale, mentre 97 (17.7%) hanno riportato una scarsità di informazioni ricevute circa le procedure da svolgere per contenere l’infezione. Inoltre, 65 (11.9%) strutture segnalano una carenza di farmaci, 192 (35.1%) l’assenza di personale sanitario e 62 (11.3%) difficoltà nel trasferire i residenti affetti da COVID-19 in strutture ospedaliere. Infine, 136 strutture (24.9%) dichiarano di avere difficoltà nell’isolamento dei residenti affetti da COVID-19 e 37 (6.8%) hanno dichiarato altro, specificando fra le principali difficoltà quelle di reperire i DPI e l’impossibilità di eseguire tamponi.
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