Riforme contro il declino

L’Italia “rimarrà un Paese in declino” se non saprà utilizzare in modo appropriato le risorse europee. Occorre ora avviare quelle riforme che da troppo tempo sono ferme. Il monito al Governo arriva dal Centro Studi di Confindustria che ha diffuso le previsioni economiche d’autunno.
Per gli economisti di Confindustria “un’opportunità unica per programmare un futuro in cui la dinamica del Pil sia più elevata è offerta dagli strumenti introdotti a livello europeo per contrastare l’impatto economico dell’emergenza sanitaria: Sure, Mes e Next-Generation Eu”. Per l’Italia, l’utilizzo degli strumenti europei costituisce, dunque, un “bivio cruciale: se si riusciranno a utilizzare in modo appropriato le risorse e a potenziarne l’effetto, portando avanti riforme troppo a lungo rimaste ferme, allora si sarà imboccata la strada giusta per risalire la china. Altrimenti, l’Italia rimarrà un Paese in declino, che non sarà in grado di ripagare il suo enorme debito pubblico”.
Nei trent’anni tra 1991 e 2021 il Pil italiano ha accumulato una distanza di 29 punti percentuali dalla Germania, 37 dalla Francia, 54 dalla Spagna. In termini di Pil pro-capite, con la crisi da Covid-19 l’Italia è tornata ai livelli di inizio anni Novanta. Il problema principale è la flebile, a volte nulla o negativa, dinamica della produttività del lavoro negli ultimi decenni. Tra il 1996 e il 2019 l’Italia ha fatto registrare, in media, un aumento dello 0,3% annuo della produttività del lavoro. Questa è salita in Germania dello 0,7% annuo e in Francia e Spagna dello 0,8%.
Per risollevare l’economia italiana dopo decenni di bassa crescita serve, secondo Confindustria, “un cambio di paradigma per accrescere strutturalmente il potenziale di espansione dell’economia italiana, intervenendo proprio laddove la dinamica della produttività è bloccata”. Occorre, quindi, rivedere le modalità con cui vengono tradotte in norme le decisioni pubbliche, la pubblica amministrazione, innalzare la qualità dei servizi pubblici e far sì che questi siano offerti in tempi certi e brevi, innalzare gli investimenti pubblici, determinanti per la costruzione di capitale fisico, umano e di conoscenza in grado di aumentare la produttività, puntando su infrastrutture tradizionali, ricerca, digitalizzazione, formazione di capitale umano e sostenibilità ambientale per colmare i divari territoriali.
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