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  • giovedì 8 maggio 2025

Rifiuti, torna attuale il caso Ecosystem

 


 Ad Ardea rispunta il caso Ecosystem e i presunti rifiuti “non conformi” su cui tanto si è polemizzato in questi mesi. In una nota stampa la consigliera Raffaella Neocliti annuncia:
“Non ci vedo chiaro, gli atti andranno in Procura”
“La risposta del Comune alla mia interrogazione mi ha lasciato con più interrogativi di prima. Continuiamo ad inviare rifiuti indifferenziati alla Ecosystem (impianto di trattamento meccanico privo di frazione biologica) mentre i regolamenti affermano che non potremmo farlo. La materia è molto complessa, la Regione se ne lava le mani. È giusto che qualcuno stabilisca se stiamo o meno trattando legittimamente i rifiuti del nostro comune”
La consigliera di opposizione al Comune di Ardea Raffaella Neocliti (Gruppo Misto) incalza l’amministrazione del suo comune sul tema dei rifiuti. E lo fa proseguendo un carteggio che ha avuto inizio la scorsa estate. A fine agosto, infatti, la consigliera aveva chiesto lumi con una interrogazione sul trattamento dei rifiuti ad Ardea e più precisamente, sul fatto che, nonostante il suo basso livello di raccolta differenziata (circa del 32%) ci si avvalesse di impianti di solo trattamento meccanico per i rifiuti indifferenziati, quello della Ecosystem. Il tutto, a quanto pare, al di fuori delle direttive degli enti preposti che autorizzano questo tipo di impianti a ricevere solo rifiuti con bassa presenza di organico (pari o inferiore al 15%) e da comuni con una percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 65%.
“La Regione era stata chiara su questo tema già ad aprile – afferma la consigliera Neocliti – quando scriveva una risposta ad una simile interrogazione sempre sulla Ecosystem. E veniva detto chiaramente che:
‘Ecosystem può prendere solo il rifiuto per cui è autorizzato, vale a dire rifiuto indifferenziato secco con bassa presenza di sostanza organica, da parte di quei Comuni che hanno la raccolta differenziata’.
“Poi però va detto – aggiunge la consigliera – che la Regione si lavava pilatescamente le mani asserendo che”:
‘A dover vigilare sulla corretta consegna del rifiuto giusto è sia il Comune o l’azienda di gestione, sia l’impianto che deve accettarlo, in base ad omologhe e verifiche precise’.
“Vale a dire che sono i comuni e le aziende che si devono autogestire, mentre la Regione si sottrae ai suoi compiti di controllo”.
“E così ho scritto ai dirigenti per capire come fa il Comune di Ardea a conferire questi rifiuti e, dopo una attesa di oltre 30 giorni (superiore a quanto stabilito dal regolamento) ho ricevuto una risposta talmente complessa e strutturata che non ho potuto fare altro che inoltrare questa missiva alla Procura della Repubblica e ad altri enti preposti al controllo (compresa la Regione Lazio, sperando che rinsavisca in merito ai proprio compiti di pianificazione e controllo). Il Comune, oltre a far sapere che la raccolta differenziata da noi è bassissima (parliamo di ‘circa il 32%’, tanto per capire il grado di approssimazione) ci dice anche che in base alle analisi merceologiche del rifiuto (fornite dalla stessa Ecosystem) e in ossequio al criterio di prossimità, Ardea avrebbe i criteri per usufruire di questo servizio. E siccome la Regione se ne lava le mani, gli unici a certificare questo fatto sono il privato e il Comune interrogato. Ora, siccome la legge, per quanto complessa, ha una sua logica che non mi risulta sia soggetta ad opinioni, e siccome laddove si dovesse effettivamente comprendere che da tempo stiamo inviando rifiuti al trattamento in maniera men che legittima si potrebbero avere anche conseguenze gravi, credo che sia giusto che ad occuparsi di questo fatto sia la Procura della Repubblica. E credo anche che il resto della politica dovrebbe mettere sul tavolo l’argomento, perché se è vero che si tratta di una questione molto complessa è anche vero che è molto più importante di quel che si creda o si voglia far finta di credere, nelle stanze del potere locale”.


 

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