Repressione delle proteste in Iran, l’Onu teme decine di morti. Per Amnesty sono oltre 100

Quattro giorni dopo i disordini scoppiati in molte città iraniane per il caro-benzina, oggi le Nazioni Unite hanno lanciato l’allarme affermando di temere “decine” di morti; e questo dopo che Amnesty International ha parlato di almeno 106 morti denunciando l’uso della “forza letale” contro raduni “in gran parte pacifici”.
Mentre l’Iran è praticamente escluso dal mondo da sabato sera, il governo di Teheran ha avvertito che internet verrà ripristinata solo se ci sarà un ritorno duraturo alla calma. A causa del blackout della rete, la situazione rimane molto difficile da valutare in tutto il Paese. “Siamo particolarmente allarmati dal fatto che l’uso di munizioni vere abbia causato un numero significativo di decessi in tutto il Paese”, ha dichiarato un portavoce dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani a Ginevra, Rupert Colville.
Ore dopo l’annuncio di venerdì di un aumento del prezzo della benzina, decine di città in Iran, sono state scosse da manifestazioni che si sono trasformate in rivolte. Il portavoce dell’autorità giudiziaria, Gholamhossein Esmaili, ha chiesto “alla popolazione di indicare alle forze dell’ordine e alla magistratura i sediziosi e coloro che hanno commesso crimini”.
Secondo quanto riportato dai media iraniani, solo cinque morti sono stati ufficialmente confermati, compresi quelli di tre membri delle forze di sicurezza che sono stati “pugnalati da rivoltosi” nella provincia di Teheran.
Il funerale dei tre ufficiali è in programma per domani, mentre vengono annunciate manifestazioni pro-governative in molte città del Paese.
Stando alle dichiarazioni delle autorità, la protesta sarebbe in gran parte rientrata. “Grazie agli sforzi della polizia e delle forze di sicurezza ed alla maturità del popolo che si è opposto ai malintenzionati ed agli istigatori di violenze, la calma è tornata in tutte le città” del Paese, come ha sostenuto Ghulam Hussein Ismaili, portavoce della magistratura iraniana in una dichiarazione riportata dall’agenzia di stampa Farsnews Ismaili.
La protesta arriva pochi mesi prima delle elezioni legislative di febbraio e mentre l’Iran attraversa una grave recessione causata dal ritiro unilaterale degli Stati Uniti, nel 2018, dall’accordo internazionale sull’energia nucleare iraniana e dal successivo ripristino di pesanti sanzioni contro Teheran.
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