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  • domenica 19 maggio 2024

Ponte Morandi, tra le ditte sub-appaltatrici una in odore di camorra

La Direzione investigativa antimafia (Dia) di Genova ha notificato un’interdittiva antimafia all’impresa Tecnodem S.r.l. Unipersonale con sede a Napoli, impegnata nelle attività per la ricostruzione del"Ponte Morandi", perché ritenuta permeabile ed esposta al rischio di infiltrazione della camorra. Amministratrice e socio unico della società risulta infatti Consiglia Marigliano, priva di titoli o esperienze ma consuocera di Ferdinando Varlese, un pluripregiudicato di Napoli ritenuto vicino al clan camorristico "D’Amico". La Tecnodem, è una società edilizia che si occupa di demolizione industriale di materiale ferroso, a febbraio scorso è stata inserita tra le ditte sub-appaltatrici per la demolizione e la bonifica degli impianti tecnologici, per una cifra pari a 100mila euro.


Il committente, ovvero la ditta che avava dato in subappalto una parte dei lavori, è la ditta Omini che ha già comunicato di aver risolto il contratto. L’azienda, precisa in una nota, “prima dell’inizio dei lavori aveva presentato alla Committenza tutta la documentazione richiesta e prevista ai fini delle verifiche antimafia per ottenere il permesso al subappalto delle relative attività. Ottenuta l’autorizzazione, soggetta a successiva verifica da parte della Prefettura, sono stati consentiti gli ingressi in cantieri.  Alla luce di quanto emerso dalle indagini svolte dalla Prefettura di Genova e in seguito alla conseguente comunicazione ricevuta in data 13 maggio 2019, l’Ati nel totale rispetto e ottemperanza delle prescrizioni ricevute ha già provveduto all’immediata risoluzione del contratto di subappalto e all’allontanamento della società in questione”.


Era stata la struttura commissariale ha perciò risolto il contratto con la Tecnodem: “Come previsto dal protocollo sottoscritto dal commissario per la ricostruzione Marco Bucci e il prefetto di Genova Fiamma Spena, dato il provvedimento interdittivo adottato dalla Prefettura nei confronti dell’impresa Tecnodem srl, la struttura commissariale ha provveduto a chiedere l’immediata risoluzione del contratto in essere all’Ati di demolizione, di cui la stessa azienda era un subappalto con incarico di demolizione e bonifica di impianti tecnologici. Al provvedimento si è arrivati grazie all’efficienza dei controlli svolti puntualmente eseguiti nei confronti delle aziende che orbitano attorno al cantiere”.


Amministratrice e socia unica dell’azienda è Consiglia Marigliano, priva di titoli o esperienze professionali di settore, che risulta consuocera di Ferdinando Varlese, pluripregiudicato 65enne di Napoli e domiciliato a Rapallo, dipendente della stessa Tecnodem.



Tre le condanne che ha riportato emerge la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli nel 1986 per associazione a delinquere. Tra i coimputati vi erano soggetti affiliati al clan Misso-Mazzarella-Sarno, già appartenente all’organizzazione camorristica denominata “Nuova Famiglia” i cui boss di riferimento erano Michele Zaza e suo nipote Ciro Mazzarella.


 

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